L’assalto dei Comanches alla grande città di Saltillo

A cura di Renato Ruggeri

Nel Dicembre 1840, i razziatori Comanches attraversarono il Rio Grande e entrarono nel Coahuila.
I guerrieri iniziarono la scorreria seguendo il corso del Rio Sabinas, vicino al confine del Nuevo Leon, colpendo i villaggi lungo la via, San Juan de Sabinas, Soledad Berroteran, Oballos e altri. Resoconti disperati si levarono dai ranches e dalle città quando gli invasori cambiarono direzione e puntarono a Sud. Descrivevano case saccheggiate e donne rapite a Santa Gertrudis, famiglie terrorizzate e piangenti, nascoste sui tetti a San Buenaventura, indiani dagli occhi selvaggi che correvano, urlando,nelle strade di Nadadores, case in fiamme villaggio dopo villaggio e mucchi di animali massacrati nel recinto di Don Vicente Arreola. Leggi il resto

Le guerre indiane nell’Ovest (1840-1890)

A cura di Sergio Amendolia

“Lassù morì il sogno di un popolo” pronunciò amaramente Alce nero parlando dell’eccidio avvenuto il 29 dicembre 1890 sulle rive del torrente Wounded Knee in South Dakota, ove quasi 300 tra uomini, donne e bambini Sioux perirono sotto le armi del 7° cavalleria, quel medesimo reggimento che quasi quindici anni prima, agli ordini di Custer, era stato praticamente annientato a Little Big Horn da una coalizione di tribù composta in buona parte proprio da guerrieri Sioux.  Leggi il resto

Battaglia al Warbonnet Creek

A cura di Isabella Squillari

Buffalo Bill solleva il copricapo di Yellow Hand
All’inizio del luglio 1876, i soldati del 5° Cavalleria del colonnello Wesley Merritt, stanchi e disperati, maledicevano il caldo, la polvere e la loro sfortuna. Per un mese avevano camminato attraverso i deserti del Wyoming e del Nebraska, sopravvivendo con gallette dure e acqua torbida, alla ricerca continua degli Indiani ostili che pare fossero confluiti a nord come un’orda assetata di sangue, desiderosi di unirsi ai Sioux e agli Cheyenne sotto la guida di un grande uomo di medicina chiamato Toro Seduto. Il 5° non trovò Indiani, e certamente nemmeno la gloria, soltanto una successione senza fine di terrapieni sabbiosi e spinosi arbusti di artemisia. Leggi il resto

La prima guerra dei Seminole

A cura di Renato Ruggeri
Quando la guerra del 1812 finì, gli Inglesi lasciarono un forte lungo la riva del fiume Apalachiola, in Florida. Era a circa 60 miglia sotto il confine degli Stati Uniti. Il forte era ben fornito di armi e munizioni, compresi alcuni cannoni. I neri liberi, discendenti da schiavi fuggiaschi, erano vissuti in questa regione per generazioni. Subito fecero del forte il loro quartier generale. Le loro fattorie e le terre coltivate si allungavano per 50 miglia lungo il fiume. Leggi il resto

Victorio, il grande capo Apache

A cura di Josephine Basile
Victorio
Victorio ebbe fama tra i suoi contemporanei, amici e nemici, come valoroso capo degli Apache Mimbres, appartenenti alla famiglia dei Chiricahua. Nacque nel 1825 in tempi in cui ancora la vita degli Apache scorreva lungo binari certamente difficili, ma ancora accettabili, tra lotte con altre tribù indiane e Messicani. I tempi, però mutarono molto presto e già dagli anni ’50 del secolo XIX gli Apache furono impegnati sul fronte della dura sopravvivenza, stretti tra l’invasione incontrollabile dei coloni bianchi e la voglia di rivalsa dei Messicani, sempre in caccia di scalpi e ben disposti a pagarli pur di avere la conferma della morte di più Apache possibile. Leggi il resto

La guerra dei Cayuse

A cura di Sergio Mura

Un guerriero Cayuse

Il cosiddetto “Massacro dei Whitman”, avvenuto il 29 novembre del 1847, fu la causa principale dello scoppio della terribile Guerra dei Cayuse, un susseguirsi di episodi sanguinosi e scontri selvaggi tra il popolo dei Cayuse e il Governo Americano e i coloni bianchi. Questo lungo periodo durò 7 lunghissimi anni.
Tutto iniziò nel 1836 con l’arrivo dei coniugi Whitman, Marcus e Narcissa, nelle terre dei Cayuse, a circa 7 miglia da Walla Walla (attuale stato di Washington). Leggi il resto

La Guerra delle Black Hills del 1876-1877

A cura di Massimo Bencivenga

Con la Grande Guerra Sioux del 1876, nota anche come guerra per le Black Hills, si va ad intendere una serie di battaglie e negoziazioni occorse tra il 1876 ed il 1877 che coinvolsero i Sioux Lakota e i Cheyenne settentrionali contro gli Stati Uniti d’America.
Da quelle parti, una prima guerra tra Governo e Nativi si era già conclusa con il trattato di Fort Laramie (1868) che trasformò una parte del territorio Lakota in grande riserva Sioux, istituendo altresì un ampio “territorio non ceduto” in Wyoming e Montana, il Powder River Country, come territorio di caccia Cheyenne e Lakota, con restrizioni d’accesso a tutti i non nativi, eccezion fatta per gli ufficiali governativi. Leggi il resto

I Rangers del Capitano Jack Hays contro i Comanches a Walker’s Creek

A cura di Gualtiero Fabbri, con la collaborazione di Giuseppe Santini

I Rangers di Hays durante la battaglia
Sul tamburo dei grossi revolver Walker e Dragoon della Colt è “rullato” lo svolgersi del combattimento sostenuto l’8 giugno 1844 dal Capitano Hays, e quattordici Texas ranger sotto il suo comando, contro un’ottantina di nativi Comanches,. Una battaglia che i Texas Ranger, così si dice, vinsero grazie ai nuovi revolver Paterson ricevuti in dotazione.
La battaglia di Walker’s Creek, questo è il nome col quale fu da allora ricordata, divenne un importante punto di svolta nella lunga lotta svoltasi tra gli indiani e i Texas Ranger. Leggi il resto

Sei soldati italiani sui sentieri di Custer

A cura di Cesare Fiumi

Si chiamavano Martini, Di Rudio, Vinatieri, Lombardi, Casella e Devoto. Sopravvissero tutti alla battaglia di Little Big Horn e tra loro c’era anche un conte. “Dove va il Reggimento? Verso l’Inferno o verso la Gloria, dipende dai punti di vista”… Quando George Armstrong Custer pronuncia la storica frase uscendo da Fort Lincoln, ha il viso di Errol Flynn e una sceneggiatura gonfia di eroismo. Siamo alla vigilia della battaglia del Little Big Horn, lo scontro più discusso del West, e in qualche modo il Custer del regista Raoul Walsh doveva mostrarsi all’altezza, anche letteraria, di Toro Seduto, che quel mattino del 25 giugno 1876, rivolto ai guerrieri suoi e di Cavallo Pazzo, aveva ripetuto – lui, per davvero – la famosa frase: “Oggi è un buon giorno per morire”. Leggi il resto

La battaglia del fiume Little Big horn – 25 giugno 1876

A cura di Sergio Mura

La fase finale della battaglia di Little Bighorn
Il 25 giugno del 1876, nei pressi e lungo il fiume Little Bighorn, nel territorio statunitense del Montana, si svolse quella che è probabilmente la più conosciuta, studiata e famosa battaglia combattuta tra l’esercito degli Stati Uniti e una coalizione di indiani Sioux, Cheyenne e Arapaho. Essa va inserita nel contesto drammatico e più generale delle Guerre indiane, combattute a partire dal Settecento e fin tutto l’Ottocento tra i nativi americani e i coloni prima e successivamente tra i nativi americani e l’esercito statunitense poi. Leggi il resto

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