Chippewa

A cura di Gianni Albertoli

L’avanzata Chippewa verso ovest, fino alle terre dell’Upper Mississippi, avrebbe interessato almeno due secoli di storia, questi indiani dovettero combattere aspramente i bellicosi Sioux per ritagliarsi i loro spazi vitali. La trattazione ci porterà fino all’alba del XIX secolo, quando la situazione cambierà anche notevolmente.
Dalle terre a nord dei Grandi Laghi, i Chippewa si sarebbero gradatamente stanziati sull’Upper Mississippi, gruppi anche consistenti si sarebbero infiltrati in quelle nuove terre per cacciare e continuare a commerciare con i bianchi, così continue guerre intertribali si sarebbero scatenate e i Sioux, antichi abitatori del territorio, dovettero combattere duramente contro i nuovi arrivati. La maggior parte dei Chippewa (“Saulteurs”) aveva abbandonato la missione di Chequamegon per prepararsi ad una nuova spedizione contro i “Scioux”; lo scoppio di queste ostilità avrebbe costretto i francesi ad interrompere le loro esplorazioni per almeno un decennio.
La prima menzione di questi indiani si trova in alcune Relazioni del 1640, dove si diceva che in prossimità della “Nation des Puans” (Winnebago) vi erano gli indiani “Nadvesiv” (“Nadowessioux”), “Assinipour” (Assiniboin) e “altri gruppi”. Nelle Relazioni del 1642 si affermava che gruppi di “Nadouessis” erano localizzati a “diciotto giorni di viaggio, a ovest e nord-ovest di Sault St. Marie”. I primi esploratori che entrarono nel loro territorio capirono subito che i Dakota erano divisi in due grandi gruppi, gli orientali delle foreste e gli occidentali delle Pianure. Una più completa ed accurata classificazione sembra essere la seguente: 1. “Mdewakanton”, 2. “Wahpeton”, 3. “Wahpekute”, 4. “Sisseton”, 5. “Yankton”, 6. “Yankton”, 7. “Teton”; queste suddivisioni rappresentavano il “Consiglio dei Sette Fuochi”. I primi quattro gruppi costituivano gli “Isanyati”, o “Santee”, ovvero la divisione orientale di cui i Mdewakanton sembra costituissero il nucleo originario, con un loro particolare dialetto. Questi quattro gruppi abitavano il territorio del Minnesota. I Mdewakanton avrebbero occupato le terre lungo il corso del Mississippi, stabilendovi parecchi villaggi posti tra le Sauk Rapids e la foce del Wisconsin River. Il Le Suer ricordava gli “Eastern Dakota” come “Issati” e i Mdewakanton come “Mendeouacantons”. Gli Yankton e gli Yanktonai erano suddivisi in “Upper” e “Lower”, questi ultimi noti come “Hunkpatina”, il loro territorio si estendeva tra il Lake Traverse e il Missouri, nel Dakota orientale; anche questi gruppi avevano un proprio dialetto, affine a quello degli Assiniboin.


Falls St. Anthony, dipinto di Albert Bierstadt

Secondo le tradizioni Chippewa, li avrebbero incontrati per la prima volta a Sault St. Marie. Il Duluth (1678) e l’Hennepin (1680) incontrarono gruppi Dakota nella regione del Mille Lac, indicato dal missionario come “Lac Issati”, e nella sua mappa come “Lac Buade”; i due francesi probabilmente intendevano indicare i Mdewakanton, parte dei Sisseton, probabilmente tutti i Wahpeton e, forse, anche i Wahpekute. Comunque, l’Hennepin, nella sua mappa, localizzava gli “indiani Issati” (Mdewakanton) nelle zone del “Lac Buade”, gli “indiani Oüa de Battons” (Wahpeton) a nord-est del lago, gli “indiani Hanctons” (Yankton o Yanktonai) più a nord del lago, con gli “indiani Tinthonha, o Gens des Prairies Teton” a ovest, sull’alto Mississippi. Non sappiamo se queste localizzazioni siano esatte, però, abbiamo una dato certo, quello che i gruppi occidentali si attardavano ancora nelle regioni dell’Upper Mississippi, infatti, ben pochi gruppi avevano attraversato il fiume Missouri prima del 1750. Le guerre intertribali avrebbero continuato ad imperversare e le piste commerciali che portavano al Lago Superiore vennero bloccate; il compito di riaprirle sarebbe toccato a Daniel Greysolon, “Sieur du Luth”, meglio noto come “Duluth”, il quale, pur rischiando la vita (1679) avanzò nelle terre dei Chippewa e, infine, nei territori dei loro grandi nemici, “i fieri e intrattabili Scioux”. Altri materiali a nostra disposizione sono quelli relative alla figura del Carver, il quale, il primo maggio 1767, entrava nella “great Cave”, nel cuore delle terre Sioux, dove avrebbe incontrato due “grandi sachem” vestiti con i loro “simboli tribali”. Il Duluth avrebbe poi scritto: « Il 2 luglio 1679 ho avuto l’onore di portare le armi di Sua Maestà nel grande villaggio… dove nessun francese era mai stato ». L’arrivo dei bianchi avrebbe giocato un ruolo importante nel territorio. Stando alle fonti, i francesi avrebbero istigato alla guerra le due tribù per poi parteggiare apertamente per i Chippewa. Intorno al 1750 i Chippewa, muovendo dalle sponde del Lago Superiore, attaccarono e distrussero alcuni insediamenti Sioux. «Molto tempo fa i Mdewakanton Dakota vivevano intorno al Mille Lacs Lake, nel Minnesota centrale. Intorno al 1750 i nostri antenati vennero scacciati da un’altra nazione, gli Anishinnabe, e dovettero spostarsi nelle terre più meridionali». I Sioux vennero allora sconfitti e scacciati dal territorio. Il Daniel Greysolon, “Sieur du Lhut” (1679) registrava l’esistenza di circa 40 insediamenti “Scioux” nelle vicinanze, ma resta il fatto che l’avanzata Chippewa è accertata storicamente. A grandi linee questi indiani si mossero dalle zone di Chequamegon (“La Pointe”), erano Chippewa che appartenevano, probabilmente, al gruppo successivamente conosciuto come “Pillager” – si sarebbero spostati verso occidente. Il loro primo movimento fu quello di raggiungere il “Lac Courte Oreilles e il Lac Flambeau”, nel Wisconsin settentrionale, da dove si sarebbero diffusi ulteriormente verso occidente per attaccare il cuore delle terre dei “Scioux”, entrando così nel Minnesota per raggiungere il Mille Lacs. Nel frattempo, avanzando dalla Thunder Bay, altri gruppi Chippewa, alleati con i Cree e gli Assiniboin, occupavano il Rainy River scacciando i Sioux dal territorio posto sul confine fra l’Ontario e il Minnesota. Dopo tre giorni di battaglia i Dakota furono costretti ad abbandonare il territorio del Minnesota settentrionale (“Mille Lacs, Sandy Lake, Red Lake, Leech Lake, Cass Lake e Lake Winnebegosh”) per ritirarsi a sud; infatti, nell’anno 1780, non veniva segnalato alcun insediamento Dakota a nord del Minnesota River. Il 2 luglio 1679 il Duluth poneva la bandiera francese nelle “aree sacre dei Dakota”, nelle terre del Mille Lacs abitate da “selvaggi pagani”.
Il missionario, nei primi mesi del 1680 venne catturato dai “Scioux” nelle vicinanze del Lake Pepin, che l’Hennepin avrebbe chiamato “Lago delle Lacrime” a causa del trattamento a lui riservato; gli indiani lo avrebbero poi portato nelle zone del Rum River, cui il missionario dette il nome di “St. Francis”, e successivamente nell’insediamento del “Mille Lacs Lake”. Il Duluth (circa 1639-25 febbraio 1710) era un soldato francese che viene considerato il primo europeo ad aver esplorato le zone del Minnesota, avrebbe raggiunto la Nuova Francia nel 1674 e, quattro anni dopo, entrava nelle terre del Lago Superiore, dove trascorse l’inverno a Sault-Sainte Marie, raggiungendo l’estremità occidentale del lago nell’autunno successivo. Si sarebbe poi impegnato nel tentativo di riappacificare gli indiani “ HYPERLINK “http://en.wikipedia.org/wiki/Ojibwa” \o “Ojibwa” Saulteur” e le “nazioni Scioux”. Attratto dalle grandi esplorazioni, nelle terre occidentali avrebbe aperto postazioni di scambio sul Nipigon Lake e a Fort Caministigoyan, presso la foce del fiume Kaministiquia, sul Lago Superiore, nella Thunder Bay dell’Ontario (probabilmente 1684-85); infine avrebbe dato vita a Fort St. Joseph (“Port Huron”), tra i laghi Erie e Huron. Il Duluth sarebbe morto di gotta a Montreal, il 25 febbraio 1710. Questi Sioux da lui incontrati appartenevano alla divisione nota come “Mdewakanton”. Anche il Radisson, che sembra avesse appreso “almeno una infarinatura della lingua Dakota”, doveva sicuramente conoscere il nome di questo gruppo Sioux. Il primo termine ortografico menzionato nelle fonti europee era comunque “Naduesiu”, una variante dell’algonchino “Nadouess-iw”, un termine significante “vipere” in quanto nemici, e applicato loro dai Chippewa. Qualche tempo dopo il termine venne distorto dai francesi in “Scioux” e, infine, in “Sioux”. Padre Jacques Marquette ebbe modo di notare la loro indole guerriera, infatti li definiva gli “Irochesi di queste terre… ma meno perfidi degli Irochesi, in quanto non attaccano mai prima di essere assaliti…”. Moralmente erano ritenuti superiori a tutte le tribù stanziate più a est, erano conosciuti come indiani “magnanimi” che spesso “liberavano i guerrieri catturati in battaglia”. Queste pitture sembrano essere esagerate, ma non possiamo dimenticare che le fonti ne parlano troppo spesso, il che viene da chiedersi se siano veritiere. Quindi, i primi bianchi a visitare i Santee del Mille Lacs furono proprio il Duluth e l’Hennepin. Alcune osservazioni del missionario confermano altre fonti precedenti, “il trucco preferito dei Scioux” era “il pianto”. “Aguipaguetin”, il leader del gruppo che lo aveva catturato, “piangeva copiosamente nella speranza di convincere i suoi compagni a consentirgli di uccidere gli uomini bianchi”. Quando l’Hennepin venne portato al villaggio di “Izatys”, un “capo amichevole”, “Ouasicoudé” si sarebbe preso cura dei francesi, stanchi, affamati e con “i piedi e le gambe gonfie”.

I Sioux “ballarono intensamente per diverse notti”, specialmente “quando Aguipaguetin aveva ucciso un grande orso”. I Sioux parlavano spesso delle “Falls of St. Anthony” (“Cascate di St. Anthony”) e della grande caverna sotto di esse dove, stando alle loro tradizioni, viveva “Onktehi”, “la più grande divinità della regione dell’Upper Mississippi, che molti Scioux ritengono il creatore della Terra e di tutti gli esseri viventi”. L’Hennepin ricordava che, “I loro volti e i corpi erano sporchi di vernice, ogni guerriero era dipinto con il simbolo di qualche animale, animali appropriati per la storia familiare o selezionati in base alla loro fantasia. Alcuni avevano i capelli corti pieni di grasso d’orso e decorati con piume rosse e bianche. Altri avevano uccelli aggrappati al grasso dei capelli. Ballavano tutti con le mani sui fianchi…”. Poi continuava dicendo che, “… Sono moralmente superiori a tutte le altre tribù familiari ai francesi. Sono pari agli Iroquois nel coraggio e fanno tremare tutte le genti vicine anche se usano soltanto l’arco e le frecce. Questi indiani corrono più veloce degli Iroquois, non sono maleducati come gli Iroquois e non mangiano la carne umana dei loro nemici come gli Iroquois, e neppure bruciano i loro nemici”. In genere i Dakota non vennero accusati di torturare i loro prigionieri, resta però qualche dubbio sul fatto che i loro nemici non venissero bruciati, casi di questo tipo sarebbero stati accertati. Le fonti dell’Hennepin restano comunque piuttosto ambigue e, in alcuni casi, addirittura incredibili; numerosi studiosi ne sono convinti. Parlando dei loro riti religiosi, il missionario annotava che molti Dakota portavano sempre con loro “le ossa di un deceduto parente importante, ossa avvolte in pelli decorate con aculei di porcospino rossi e neri”, fra questi vi era anche il potente capo Aquipaguetin. Resta comunque il fatto che l’Hennepin rimane tuttora una delle fonti più preziose sugli antichi Sioux, e sembra essere ben più informato di altri esploratori. Il missionario ricordava che vi erano i “Tinthonha, gli Uomini della Prateria”, chiaramente i futuri Tetons, i quali si erano già spostati nelle grandi Pianure; gli “Oudebathon”, probabilmente i Wahpeton, e i “Chongaskethon”, probabilmente i Sisseton, anche se molti storici non concordano con questa identificazione. Il gruppo che l’Hennepin conosceva come “Issati” includeva i Mdewakanton ed anche i Wahpekutes; altri nomi appaiono nei suoi scritti, ma non sono identificabili. Riferendoci alle descrizioni del missionario, risalenti alla seconda parte del XVII secolo, il La Shea diceva: «…otto leghe sopra St. Anthony Falls, scendendo sulla destra si trova il fiume degli Issati, o Nadoussion (Rum River), che ha una stretta foce, ma che è possibile risalire a nord per circa 70 leghe fino al Lac Buade (Mille Lac)… Nelle zone del Lac Buade vi sono altri laghi e molti fiumi, sulle cui rive vivono gli Issati, i Nadouessans Tinthonha, o “Uomini delle Praterie”, il “Popolo del fiume Ouadebathon” e i Chongaskethon Dog, o Wolf Tribe (infatti, il nome “chonga”, presso queste genti, significava “cane” o “lupo”). In queste terre vivevano anche altri gruppi sotto il nome di Nadonessiou ». In queste terre “… gli Issati si distinguono dai Tinthonha (Teton), dagli Ouadebathon (Wahpeton), dai Chongaskethon (Sisseton) e dai Nadouessans (probabilmente i Wahpekute)”. A partire dal 1700, quando il Le Sueur entrava nelle loro terre, i Dakota divennero un fattore estremamente importante nella storia del nord-ovest. Il loro graduale spostamento verso occidente fu comunque dovuto ai continui attacchi dei Chippewa provenienti dall’est e ben riforniti di armi da fuoco francesi. Il Le Sueur si limitava a dividere i Dakota nei “Scioux d’occidente” e nei “Scioux d’oriente”, ma vi includeva gli indiani “Oudebathons e Chongaskethons” dell’Hennepin e un altro gruppo chiamato “Mendeouacantons”, indiscutibilmente i Mdewakanton. Il Newton H. Winchell ha cercato di ricostruire la geografia del Minnesota e gli indiani del territorio, avrebbe così preparato una mappa basata principalmente sulla storia e le tradizioni native, al fine di ricostruire la distribuzione delle bande Sioux ai tempi dell’Hennepin. Il Winchell localizzava i Mdewakantons nell’area del Mille Lacs e nelle zone più a est; i Wahpetons a nord e a ovest del Mille Lacs Lake; i Sissetons a nord dei laghi Cass e Winnibigoshish; gli Yanktons, divisi in due gruppi, uno tra il Leech Lake e il Red River, e l’altro nella “Pipestone area”; i Tetons intorno al Big Stone Lake e il Lake Traverse. Nessun riferimento viene invece riportato per i gruppi Wahpekutes e Yanktonais.
I Wahpekute (“wakhpe” “leaf”, “kute” “shooters in the leaves”) vivevano anche essi nelle zone del Mille Lac quando i primi francesi entrarono nel territorio (1678-80) ma, nel 1766, venivano ormai segnalati dal Carver sul fiume Minnesota. Durante il XVIII secolo tutti i Sioux si riunivano in primavera presso la “Spring Armadale Grove”, sul fiume James, nelle vicinanze dell’attuale città di Redfield (South Dakota), per una grande fiera commerciale che poteva coinvolgere anche mille o milleduecento tende. La fiera serviva essenzialmente per il commercio delle pellicce ed anche per rinsaldare i rapporti di sangue fra i vari gruppi. I Wahpeton erano probabilmente noti come “dwellers among leaves”. L’Hennepin li ricordava stanziati nelle zone del Mille Lac (1680), presso gli insediamenti dei Mdewakanton, dei Sisseton e dei Tetons, in particolare, nelle terre a nord-est del lago. La prima menzione degli indiani Sisseton risalirebbe all’Hennepin (1683), il quale affermava che nelle zone del Mille Lacs, e in quelle circostanti, sulle rive dei fiumi vivevano gli “Issati, Nadouessans Tinthonha (Teton), Oudebathon (Wahpeton), Chongaskethon (Sisseton) e altre tribù, tutte note sotto il nome di Nadouessiou”. L’Hennepin cadeva però in un grossolano errore quando, nella sua mappa, poneva questi gruppi nelle zone del Rainy Lake; comunque, nel 1689, i Sisseton vivevano nelle vicinanze degli insediamenti dei Mdewakanton, a nord-est del Mississippi e, qualche anno prima, nel luglio 1679, il Duluth li stabiliva nelle vicinanze dei Wahpeton. Nelle terre più a ovest del Missouri gli americani vi trovarono i Tetons, i quali rappresentavano più della metà dell’intera nazione, ed erano a loro volta divisi in sette gruppi, alcuni dei quali abbastanza grandi da essere considerati delle sottotribù di notevoli dimensioni. Il gruppo centrale era rappresentato dagli Yankton e dagli Yanktonai, vicini occidentali degli “Issati” o “Santee”.
Durante il XVII e il XVIII secolo si ebbero dei profondi spostamenti di popolazioni, o meglio, l’arrivo di nuove genti, nel Minnesota centrale e nel Wisconsin occidentale. I gruppi Dakota, antichi abitanti dei territori in questione, si spostarono in terre più a sud e a ovest quando apparvero numerosi gruppi di etnia Algonchina, provenienti da terre poste più a nord e a est, e note come “Chippewa”. Alcuni studiosi ritengono che questi nuovi arrivati avrebbero espulso i Dakota grazie soprattutto alle armi da fuoco, altri storici ritengono invece che il loro spostamento sarebbe stato causato dalla forte attrazione rappresentata dalle grandi Pianure occidentali. Secondo l’Hickerson, il conflitto Dakota-Chippewa, durante il XVII secolo, avrebbe portato alla creazione di una zona cuscinetto tra le foreste e le praterie; questa zona era molto ambita da entrambe le popolazioni ed era ricca di selvaggina. La creazione della zona cuscinetto sarebbe avvenuta nel periodo 1679-1760, ciò avrebbe costituito il nucleo degli studi di parecchi ricercatori. Fino al 1736 le due popolazioni furono impegnate a confrontarsi per mantenere il controllo del commercio delle pellicce nel Minnesota centrale e nel Wisconsin occidentale. Uno dei motivi principali dell’avanzata dei Chippewa era rappresentato da una eventuale situazione di pace con i nemici Dakota, l’alleanza avrebbe coinvolto lo scambio di merci francesi attraverso i Chippewa stessi, che diventavano così i grandi beneficiari di questi interscambi. In cambio, i nuovi arrivati, potevano cacciare in ricche terre appartenenti ai loro nemici di sempre. Comunque, nel 1736, sarebbe scoppiata una nuova guerra, la causa fu dovuta ai tentativi francesi di eliminare il ruolo di intermediari operato dai Chippewa, i commercianti bianchi volevano ora contattare direttamente i Dakota. « In effetti, i Chippewa di Chequamegon non avrebbero più avuto alcun accesso alle aree di caccia e di commercio poste a ovest, furono allora costretti a vivere in un territorio con scarse risorse di cacciagione offerte dalle povere terre delle foreste boreali che circondano la parte occidentale del Lago Superiore…». L’Hickerson affermava che le condizioni di pace tra i Chippewa e i Dakota si mantennero per tutto il periodo 1679-1736 ma, probabilmente, si dimenticava che spesso e volentieri i Chippewa dovevano prendere le armi per poter cacciare nel Minnesota, il che presupponeva che i Dakota interrompevano volontariamente i flussi commerciali dei loro nemici dell’est. Le spedizioni di guerra Chippewa provocarono la distruzione di parecchi insediamenti Dakota del Minnesota centrale e del Wisconsin occidentale ma, ancora non erano in grado di occupare stabilmente quelle terre, infatti, il controllo della zona neutra era ancora conteso e le spedizioni di guerra, da ambo le parti, si sarebbero susseguite l’un l’altra. Il grande problema sembra essere facilmente risolvibile e, principalmente, dovuto al fatto che le due popolazioni erano divise in diversi gruppi autonomi fra loro. Sostanzialmente l’Hickerson riteneva che sia i Chippewa che i Dakota fossero due tribù omogenee, ma questo non era sicuramente il caso di queste due genti. Le poche fonti a disposizione contengono parecchi episodi di guerra tra alcuni gruppi Chippewa contro alcuni gruppi Dakota, proprio mentre altri gruppi mantenevano la pace. E’ quindi possibile che i commerci intertribali sarebbero stati tra banda e banda, ma non coinvolgevano sicuramente tutti i gruppi. Inoltre, rimane sospetto il fatto che, stando all’Hickerson, i gruppi Dakota fossero dipendenti dai commercianti Chippewa, resta accertato che numerosi francesi erano già entrati, e continuavano ad entrare, nelle terre dei Dakota. La distribuzione geografica dei gruppi orientali dei Dakota è estremamente interessante. Stanziati a ovest e a sud-ovest del Lago Superiore verso la metà del XVIII secolo, questi indiani vagavano anche al di fuori di queste zone. Tuttavia, a partire dal 1660, gruppi Cree vivevano da tempo a nord del Lago Superiore e, intorno al 1680, venivano segnalati scontri tra i Dakota, i Chippewa e gli stessi Cree, ma anche con altri gruppi posti più a ovest. Anche se, fra i Chippewa e i Dakota veniva segnalata una temporanea pace (1679), i Dakota e i Cree continuarono a combattersi pur essendo divisi da una terra considerata neutrale. Dopo il 1716 i gruppi Cree, e i loro alleati Assiniboin, occupavano una vasta area a ovest e a nord-ovest del Lago Superiore; area che includeva anche la Rainy River Valley. Gli ufficiali francesi e i commercianti che esplorarono il territorio a ovest del Lago Superiore, sarebbero entrati in contatto con gruppi alleati dei Cree che ormai controllavano le zone del Rainy e del Woods Lake, allora ancora chiamato “Lake of the Christinaux”. Nel periodo 1717-21, il La Noue stava cercando di stabilire relazioni commerciali con i Cree del Rainy Lake (“Tekamamiouen”), per poi spingersi a ovest alla ricerca del “Mare occidentale”. In una lettera del 1720 al Ministero della Marina, il Governatore Generale, “Marquis de Vaudreuil”, avvisava che il La Noue stava cercando di stabilire una postazione a “Tekamamiouen”, nelle terre dei Cree; cercando inoltre di convincerli a portare le loro pellicce a “Kamanistigouya” e ad abbandonare i loro rapporti con gli inglesi della Hudson Bay. Il La Vérendrye riportava notizie interessanti risalenti al periodo 1729-36, quando nel territorio vagavano i Cree e i loro alleati Monsoni; il francese diceva che queste popolazioni erano ben radicate nel territorio di confine, e che loro fedeli alleati erano gli Assiniboin, stanziati più a occidente nelle regioni comprese fra il Red River e il Winnipeg Lake, dove combattevano i Dakota stanziati più a sud. A partire dal 1736, i Cree stavano orientandosi sempre più verso occidente seguendo gli spostamenti del La Vérendrye. Proprio in quell’anno sembra che alcuni gruppi Chippewa si siano riappacificati con i Dakota, ma alcune bande del Lago Superiore si sarebbero unite ai Cree e agli Assiniboin per attaccarli nel Minnesota settentrionale e nelle praterie occidentali; nel frattempo apparivano bande Chippewa sul fiume Vermilion, a est del Rainy Lake. Questa fu la prima referenza di indiani Chippewa che occupavano aree a ovest del Lago Superiore, era questo il primo movimento che anticipava quelli più estesi del tardo XVIII secolo.

Le terre del Rainy Lake erano state anticamente occupate dai Monsoni, ora giungevano i Chippewa e divampavano le guerre. Nello stesso periodo, il Governatore Generale, “Marquis de Beauharnois”, riportava al Ministero che un missionario ritornato alla postazione francese di Kaministiquia, a nord-ovest del Lago Superiore, aveva riferito che il Vérendrye era al “Grand Portage”. « … i Saulteur sono in Consiglio con un influente capo della zona il quale era disposto ad attaccare i Scioux del sud… cercai di dissuaderli ed allora richiesero la pace e poi dichiararono di raggiungere Montreal guidati dai capi di Point Chagouamigon… Sto cercando di prevenire eventuali attacchi portati da altri gruppi, quelli di Nipigon, Kaministikwia, Tecamamiouen, con i Monsoni, i Cree, e gli Assiniboin che stanno preparandosi per attaccare i Scioux … Il capo diceva che in primavera i Scioux sono solo buoni da mangiare e che per mano sua ne vuole uccidere abbastanza per nutrire tutta la tribù ».
Le guerre con i Dakota avrebbero portato all’organizzazione tribale di parecchi gruppi di cacciatori Chippewa, con la costituzione di nuove bande. Un attento esame delle documentazioni, tra il 1660 e il 1760, indicano chiaramente che le situazioni sopra elencate erano veritiere; ciò significherebbe che quegli anni erano frammentati da piccole e continue ostilità fra i Dakota e i Chippewa. Le “Relazioni” riguardanti gli anni antecedenti al 1660 sono limitate ma, per le notizie a nostra disposizione, possiamo affermare che i rapporti tra le due popolazioni erano sostanzialmente pacifici almeno fino al 1665. Infatti, una “Relazione” gesuita del 1657-58, contiene varie indicazioni sulle attitudini pacifiche tra i Dakota e i gruppi Algonchini che in seguito vennero assorbiti dai Chippewa. Negli elenchi delle tribù scoperte in quel periodo, e presenti nelle “Relazioni” dei Gesuiti, troviamo che, “… il settimo gruppo è chiamato Poualak o ‘guerrieri’, i quali hanno trenta villaggi siti a ovest e a nord di St. Michel. L’ottavo gruppo si trovava a nord-ovest, a dieci giorni di viaggio da St. Michel, questi avevano 40 villaggi abitati dai Nadouechiouek e dai Mantouek. Il nono gruppo era stanziato al di là dei Nadouechiouek, 35 leghe o giù di lì dagli Assinipoualak, o ‘guerrieri delle rocce’…”. L’Hodge identificava i Poualak e i Nadouechiouek come gruppi Dakota. Gli Assinipoualak erano indiscutibilmente gli Assiniboin e, infine, i Mantouek vennero identificati come “Algonchini” sia dalla Warren che dall’Hodge. I Mantouek possono essere identificati nei “Mundua” del Lake of the Woods, che furono decimati dai Chippewa e poi assorbiti; i sopravvissuti sarebbero gli appartenenti al clan “Marten”. Padre Gabriel Dreuillettes riferiva che – in una “Relazione” del 1657-58 – un gruppo Dakota, chiamato “Nadouechiouek” e un gruppo Algonchino, chiamato “Mantouek”, vivevano pacificamente ed in piena armonia. Dobbiamo inoltre dire che “la nazione” composta dai Nadouechiouek e dai Mantouek si differenziava dai gruppi Siouan dei Poualak e degli Assinipoualak. Già i primi Rapporti francesi collocavano i Dakota ai margini delle grandi Pianure; una Relazione gesuita del 1659-60 poneva i Poualak in una terra “… dove il legno scarseggiava”. Dalle fonti del Radisson, possiamo trarre un dato importante, ovvero che i Dakota e i Pauoestigonce combatterono al fianco dei francesi, nell’anno 1660, contro gli Irochesi. I Pauoestigonce, che erano alleati dei Dakota, venivano identificati dal Radisson come la “Nation of the Sault” ed erano quasi sicuramente i Saulteurs, identificati dall’Hodge come Chippewa. Lo stesso Nicolas Perrot riportava che i gruppi algonchini stanziati a Chequamegon e Keweenaw mantenevano relazioni pacifiche con i Dakota nel periodo 1661-65. Sembra che questo stato di pace abbia resistito per qualche tempo, infatti, sentendosi al sicuro da attacchi provenienti da ovest, i Chippewa di queste terre avrebbero intrapreso una campagna vittoriosa contro gli Irochesi – come riferito dal Perrot -, tornando poi “in trionfo a Chequamegon e Keweenaw, dove a lungo abitarono in pace”. La pace fra le tribù non viene comunque dipinta come di lunga durata, ovvero 56 anni, ma di breve durata, come d’altronde ipotizzabile. In una lettera del Duluth, scritta da Michilimackinac nel 1684, si diceva che alcune bande Chippewa si erano impegnate, l’anno precedente, in un attacco contro i Dakota. Il Duluth, nella stessa lettera, ricordava anche un attacco dei Dakota contro i Chippewa. « Ho ricevuto numerose notizie concernenti il numero di selvaggi che si stanno riunendo ad Achiganaga, molti stanno cacciando a Kiaonan (Keweenaw)… questa primavera vogliono attaccare nuovamente i Nadouecioux per vendicare la morte di un figlio di Onenous ». Le relazioni Chippewa-Dakota rimasero comunque piuttosto instabili e tendenti anche ad ostilità molto frequenti anche negli anni successivi. Nel 1693, il Le Sueur venne inviato a Chequamegon per cercare di mantenere la pace nel territorio, ma la motivazione principale della missione era rappresentata dal mantenimento dei rapporti commerciali con i Dakota. Una nuova guerra sarebbe scoppiata nel periodo 1730-40. Un Rapporto del 1696-97 riferiva che una banda Miami era stata assalita sia dai Chippewa che dai Dakota; però non è chiaro se entrambi i gruppi facessero parte della stessa spedizione di guerra. Un attacco convergente sulla banda Miami avrebbe potuto rappresentare un fatto insolito in quanto il Rapporto diceva che, “vi è grande confusione nel territorio e molte nazioni sono disposte a scendere in guerra”. Comunque, riferimenti diretti ai rapporti Chippewa-Dakota, nel periodo 1696-1718, sono molto carenti, specialmente dopo il ritiro di varie licenze commerciali nel Canada. Anche se abbiamo pochi riferimenti sulla situazione nel nord-ovest, non possiamo escludere altre ostilità fra i due gruppi. Ciò può essere dedotto dai rapporti dei Chippewa e dei Dakota nei confronti dei Fox. Il Wedel (1974) descriveva i Fox come uno dei nemici principali dei Dakota agli inizi del XVII secolo; tuttavia, il Winchell, nell’esaminare gli eventi, annotava rapporti poco chiari tra queste due popolazioni. Il Wichell affermava che spesso i Dakota combattevano contro i Sauk e i Fox ma, “qualche volta”, si ponevano al loro fianco per combattere i Chippewa e i francesi. Questo ambivalente comportamento sarebbe continuato per parecchi anni. Nel 1714 il Charlevoix ricordava che i Dakota si unirono ai Fox e che, nello stesso periodo, vi erano forti ostilità tra i Fox e i Chippewa; infatti, nel 1712, tre canoe di indiani Fox sarebbero state assalite da una spedizione di guerra dei Chippewa nelle zone di Detroit. Sembra che, a partire dal 1717, i Dakota siano stati spesso impegnati al fianco dei Fox; infatti, in quegli anni il Charlevoix ricordava una nuova alleanza tra le due popolazioni. Le relazioni tra i Fox e i Dakota sembrano solidificarsi a partire dal 1718. Nel frattempo, i francesi avevano ristabilito la loro presenza a Chequamegon e Kaministiquia, da dove poterono rilevare nuove azioni di ostilità fra i Chippewa e i Dakota. Nel 1718 i Dakota massacrarono 17 indiani presso Kaministiquia, questo attacco avrebbe allarmato i gruppi Chippewa di Chequamegon, i quali si prepararono a portare la guerra nel territorio nemico. Quando due ufficiali di La Pointe, il Pachet e il Linctot, accusarono i Dakota dell’attacco, scoprirono che in quel periodo erano strettamente alleati con i Fox. Apparentemente, in quel periodo, si sarebbero formate due alleanze ostili fra loro, la prima fra gli indiani di Chequamegon e Kaministiquia e la seconda tra i Fox e i Dakota. E’ probabile che il risultato di queste due alleanze siano state la continuazione delle ostilità esistenti fra i Chippewa e i Dakota. Le ostilità tra i Fox e i Chippewa erano endemiche in quel periodo e, soprattutto, durante l’anno 1724; i francesi dal canto loro cercavano con ogni mezzo di ristabilire la pace fra le due popolazioni. Sebbene non vi sia alcun riferimento ad una guerra Chippewa-Dakota nel 1724, i continui tentativi francesi di riappacificare i due gruppi erano in atto da tempo. In questo periodo, le due popolazioni sarebbero rimaste in pace, ma il La Verendrye citava, nel 1733, una spedizione Chippewa pronta ad attaccare nelle zone del fiume Assiniboine. Nel frattempo, giungevano altri Rapporti inerenti ad una possibile nuova alleanza tra i Dakota occidentali e i Fox, era l’anno 1736. Poco sappiamo su questa alleanza, ma dobbiamo dire che in quel periodo la dura sconfitta dei francesi, contro i Chickasaw del Tennessee, aveva aperto nuovi orizzonti politici nell’alto Mississippi. Probabilmente i gruppi occidentali dei Dakota stavano osteggiando l’avanzata francese nel territorio del Missouri. Secondo alcuni studiosi, le guerre del 1736 avrebbero portato ad una spinta espansionistica verso ovest dei gruppi Chippewa di Chequamegon e Kaministiquia. Dobbiamo però ricordare che in quel periodo i gruppi Dakota che vivevano nelle zone forestali erano sostanzialmente di piccole dimensioni, soltanto piccole bande occupavano allora le terre poste a sud e a ovest del Lago Superiore. Un censimento francese del 1736 ricordava soltanto circa 300 guerrieri Dakota nelle regioni boschive, poi ricordava che però almeno 2 mila guerrieri erano stabiliti più a ovest, nelle pianure e nelle zone intermedie. Questi dati ci indicano indiscutibilmente che il loro movimento migratorio verso occidente era già in atto da tempo. Un particolare esempio di tale situazione si sarebbe verificato proprio nel 1736, quando 21 francesi perdettero la vita presso il “Lake of the Woods” e nelle “Prairie Dakota”. In pratica, la vera ragione delle continue ostilità tra i Dakota e i Chippewa era rappresentata dall’avanzata commerciale francese a partire dal decennio 1730-40. Ora i Dakota potevano commerciare direttamente e i gruppi Chippewa venivano scavalcati, la loro posizione di intermediari era ormai distrutta, ora dovevano combattere. La situazione stava precipitando. Verso la fine del 1736 il conflitto prese fuoco, così, due anni dopo, i francesi dovettero intervenire e la situazione si risolse nel 1739, quando venne ristabilita la postazione di Fort Beauharnois. Pur essendo una situazione piuttosto precaria, sia i Chippewa che i Dakota inviarono guerrieri per affiancare i francesi nella loro guerra contro i Chickasaw. Un altro tentativo per ristabilire la pace venne fatto nel 1742, quando alcune tribù, tra cui i Dakota e i Chippewa, inviarono delegati a Montreal. Secondo le informazioni di padre Coquart, la tribù aveva soltanto intenzione di passare tranquillamente l’inverno, per poi, attaccare in primavera quando i nemici non avrebbero avuto alcun sospetto. I francesi fiutarono il nuovo pericolo e riuscirono a sventarlo. Ufficialmente, nel 1744, i Chippewa e i Dakota erano in pace ma, alcune ostilità continuavano. La pace venne riportata nel 1746, quando le fonti menzionavano buoni rapporti tra i Dakota e i Chippewa di Chequamegon; inoltre, questi ultimi erano ancora ufficialmente in pace, stando ai Rapporti militari, nel 1750 e nel 1751. Altri gruppi Chippewa non accettavano però tale situazione. I gruppi di Sault St. Marie, per esempio, si consideravano ancora in guerra con i Dakota e, nel 1751, stavano pianificando azioni di guerra contro i loro nemici. Secondo l’Hickerson, i gruppi Chippewa che si muovevano nell’entroterra del Lago Superiore, contro i Sioux, erano quelli di Chequamegon e Kaministiquia, ma le fonti sembrano non concordare. I gruppi di Sault. St. Marie, e probabilmente anche quelli del lago Ontario e di Michipicoten, avrebbero attaccato i nemici dell’ovest nonostante i Chippewa di Chequamegon fossero allora in pace.
Nel 1760, alla fine della dominazione francese nel Canada, un gruppo di circa 12 mila indiani, inclusi i Chippewa, i Dakota e i Cree, vengono riportati come guerrieri al fianco delle truppe francesi nella disperata difesa di Quebec. Nel frattempo, la situazione non era migliorata e i rapporti stavano peggiorando sensibilmente. Il ruolo delle armi da fuoco avrebbero avuto significative implicazioni nelle relazioni tra le due popolazioni nel periodo 1660-1736. Generalmente si diceva che il loro possesso dava grandi vantaggi, ma allora diventa difficile spiegare il fatto che i Dakota dipendessero commercialmente dai Chippewa; sembra inspiegabile che questi ultimi fornissero armi da fuoco ai loro nemici. Quasi sicuramente i Dakota avevano fonti di approvvigionamento diverse. Tra il 1680 e il 1760 i Dakota potevano accedere facilmente alle mercanzie europee attraverso i “trading posts”, i “coureurs de bois” e tramite altri indiani, specialmente quelli delle Pianure centro-meridionali. Qualche anno prima, nel 1693 il Le Sueur venne inviato a Chequamegon per stipulare l’ennesima pace tra i Sioux e i Chippewa, ma il suo compito doveva anche valutare una nuova postazione sul Mississippi, nelle terre dei Dakota. Il problema rappresentato dai Fox avrebbe creato seri problemi, ma le postazioni nelle terre dei Dakota continuavano però ad essere importante per stabilire la pace fra loro e i Chippewa, ma anche fra i Dakota e i loro nemici Cree ed Assiniboin, i quali vagavano nelle terre inesplorate della “Boundary Waters Region”. Così, una nuova Compagnia si mosse verso ovest nel 1731, doveva rimettere in funzione i commerci a Fort Beauharnois; Linctot, il comandante, avrebbe poi costruito Fort Linctot passandovi l’inverno, per poi spostarsi a Fort Beauharnois in primavera. Nel 1739 il Marin riportava che vi erano ottime condizioni per stabilirvi una postazione commerciale, però non faceva alcuna menzione di una postazione presso la foce del fiume Wisconsin. In ogni caso, i Dakota non avevano apparentemente una postazione commerciale nell’anno 1742, infatti avrebbero richiesto ai francesi la creazione di una postazione. Le postazioni francesi nelle terre dei Dakota sarebbero state costruite in tre periodi storici: dal 1683 al 1702, dal 1727 al 1739 e dal 1750 al 1756. Il periodo più lungo fu indiscutibilmente il primo. Il Duluth, il Perrot e il Le Sueur mantennero posti di scambio nelle terre dei Dakota per circa 19 anni ma, al contrario delle affermazioni di alcuni studiosi, sembra proprio che i rapporti fra i Chippewa e i Dakota non fossero idilliaci. Il Joseph Marin rappresenta un personaggio sicuramente interessante, avrebbe commerciato nelle terre dell’ovest per parecchi anni, specialmente nel periodo 1753-54; ed avrebbe visitato gli indiani del territorio nello stesso periodo dei La Vérendrye. Joseph Gaultier, Sieur de La Vérendrye, aveva seguito le orme del padre Pierre, esplorando le Pianure dell’ovest fino alla sua morte, avvenuta nel 1749. Il Joseph fu quello che tenne i diari del padre del 1742-43, ma un altro personaggio importante fu Joseph de la Margue, Sieur Marin. Già nel 1719, il padre del Marin aveva iniziato ad esplorare le terre dell’ovest e, nel 1729, era stato inviato dal Governatore Beauharnois sull’Upper Mississippi per “completare la sottomissione delle tribù occidentali” alla fine della “Seconda Guerra dei Fox”. Il figlio, Joseph, nel 1749 era a La Pointe con il compito di pacificare le tribù del territorio; due anni dopo raggiunse l’Upper Mississippi per scoprire nuove popolazioni sconosciute ai francesi. Il Marin sarebbe entrato in contatto con i Fox, i Sauk, i Winnebagoes, i “Sioux dei laghi”, i “Sioux delle praterie”, i Menominee e gli Illinois.

La costruzione della postazione doveva servire a controllare la “grande tribù Scioux”, al fine di convincerla ad aumentare i commerci con i bianchi. Il francese si mise in movimento nel giugno 1750, lasciando suo figlio a La Pointe, il cui compito era quello di controllare gli indiani Chippewa. E’ probabile che la postazione costruita dal Theodore Lewis nel 1885, presso il Red Wing, sia stata sovrapposta al Fort La Jonquière del Marin. Il più anziano dei Marin sarebbe poi morto nel 1753. Il giovane avrebbe operato nel territorio a partire dal 17 agosto 1753, a Mackinac, e sarebbe entrato in contatto con gli indiani della Green Bay, stabilendosi per qualche tempo presso i Menominee, da lui chiamati “Folles Avoines”. In seguito avrebbe esplorato le terre dei fiumi Fox e Wisconsin per poi raggiungere il Mississippi dove, il 15 settembre, entrava in contatto con i Sauk i quali, erano inviperiti con gli Illinois che, qualche tempo prima, avevano massacrato un uomo e due donne della tribù, e un francese chiamato “Amiot”. La situazione avrebbe convinto il francese a stabilirsi fra loro per l’inverno onde evitare nuove ostilità fra le tribù. Le intenzioni del Marin erano comunque rivolte agli indiani Cree, i quali rappresentavano un serio problema per i francesi; questi bellicosi indiani, stando al Lacroix, dovevano stipulare la pace con i loro nemici Sioux; nel frattempo, il Marin invitava questi ultimi a liberare due prigionieri Cree. Il Lacroix era sicuro che i Cree avrebbero partecipato al Consiglio di Pace, ma temevano agguati da parte dei loro nemici Sioux. La situazione non sarebbe comunque migliorata e gli scontri sarebbero continuati nonostante la liberazione di due prigionieri. Il Marin avrebbe poi inviato un trader di nome “Houl”, con “tre canoe cariche di regali”, per andare nei villaggi Sioux, avrebbe raggiunto le terre del fiume Crow Wing – che i Sioux chiamavano “Pine River” – alla ricerca degli Yankton. Gli Yankton erano proprio nel territorio quando il Marin lo avrebbe esplorato; ancora una volta le intenzioni dei francesi erano quelle di porre fine alle guerre con i Cree. Il 17 settembre il Marin riportava il nome di un certo “La Fantaisie”, il quale era stato inviato lungo il corso del “River of the Mascoutens”, un fiume che sfocia nel Missouri “12 leghe” sotto il Rock River. L’identità di questo fiume è ancora incerta. Le antiche mappe francesi indicavano gli indiani Oto come “Mascouten Sioux” e chiamavano “Fiume dei Mascouten Sioux” il Minnesota River. E’ però probabile che il fiume che si butta nel Mississippi, nel punto indicato dal Marin, sia stato il Des Moines. Nel 1752 il Legardeur de St. Pierre – comandante a La Pointe nel 1729 e a Fort Beauharnois nel tardo 1737 – ordinava l’apertura di una nuova pista che portasse al “Sea of the West”, pista che conduceva al Lake of the Woods, al Manitoba, al Saskatchewan e, infine, al Pacifico. La spedizione non avrebbe dato alcun risultato, si sarebbe fermata nelle vicinanze del Lake Winnipeg per circa due anni. Nel luglio 1752 le fonti francesi annotavano che i “Sioux delle praterie” stavano pianificando una spedizione di guerra nelle terre dei Cree, mentre questi ultimi stavano preparandosi a combattere. Dalla sua postazione sul Mississippi, il Marin avrebbe cooperato con il St. Pierre inducendo i Mdewakanton, e “i loro alleati Sioux orientali”, a riappacificarsi con i Cree, ma anche con l’intento di invitare i gruppi Sioux orientali ad allearsi con i Cree per combattere i Sioux occidentali. I Mdewakanton promisero di inviare alcuni capi a Mackinac per incontrare i leader dei Cree. Fu in questo periodo che i Sioux liberarono i due prigionieri Cree nelle loro mani. Comunque, alcuni capi Mdewakanton raggiunsero Mackinac ma, per qualche ragione a noi sconosciuta, l’appuntamento con i capi Cree non ebbe luogo. Il 14 ottobre 1753 il Marin raggiungeva la foce del Wisconsin River dove avrebbe incontrato “Peminan con i Sioux dei Laghi”. Il Marin apprese da questi Mdewakanton che le bande delle praterie – probabilmente Teton – erano in guerra contro gli Illinois, ma ricordavano che i Chippewa avevano ucciso un Sioux, ma che non potevano attaccarli in primavera per mancanza di armi. I capi dicevano di aver inviato il “Calumet della Pace ai Chippewa” per chiedere spiegazioni sui loro atti di guerra visto che, “avevano fatto la pace con loro e gli permettevano di cacciare nelle loro terre”. Il giorno dopo si riunirono in Consiglio tutti i capi presenti – Sauk, Fox e Sioux -, il francese disse loro di trascorrere pacificamente l’inverno nelle terre tra i fiumi Turkey e Wisconsin poi, durante la notte, si accampò “quattro leghe più a sud”; infine, dopo aver pianificato le sue future operazioni, raggiunse la foce del fiume “Wapsipinicon”, e il “Makoakité” (“Maquoketa”) dove prevedeva che i Sioux avrebbero cacciato. Il fiume chiamato “Maquoketa” entrava nel Mississippi da ovest, nell’Iowa orientale, proprio tra i fiumi Turkey e “Wapsipinicon”. Il 26 ottobre il Marin rientrava nella sua postazione, che chiamava “Fort Vaudreuil”, probabilmente in onore a Pierre Rigaud de Vaudreuil, futuro Governatore Generale della Nuova Francia. Era un fratello di François Arnaud (“Marquis de Rigaud”), di stanza a La Baye (Green Bay). Nel 1759, il François Pouchot elencava gli indiani che commerciavano con i traders francesi, erano loro alleati e combattevano anche duramente nel corso della “Guerra dei Sette Anni”. Tra questi citava il Charles Langlade e il “la Verandrie” i quali erano in contatto con circa 1.200 indiani Cree, Sioux, “Folles Avoines”, Sauk, Chippewa e Fox; il Langlade aveva grande indiani su queste popolazioni, ma non sicuramente con i Cree, con i quali non venne comunque mai associato. L’anno dopo il Marin avrebbe esplorato le terre del fiume St. Croix, specialmente presso la sua confluenza nel Mississippi; avrebbe passato l’inverno sul Sunrise River dove, “… fu per me una notevole perdita, in quanto ero stato privato di tutte le mercanzie che avevo a disposizione per commerciare con i Wahpeton, che si erano presentati con almeno 40 logge…”. Secondo il Marin, il La Vérendrye era seriamente intenzionato a contattare i bellicosi Cree, che stavano terrorizzando il territorio con le loro continue incursioni; questi indiani, stando agli informatori Sioux, svernavano preferibilmente sul Leech Lake; nello stesso periodo il Marin invitava l’Houl a contattare assolutamente gli Yankton, molto importanti per il commercio francese. E’ chiaro che il Marin e il La Vérendrye stavano cercando di stabilire i confini delle loro terre, dove ognuno di essi poteva commerciare tranquillamente con i nativi. Il 2 dicembre giunsero a Fort Vaudreuil quattro Sisseton inviati dai loro capi, erano seriamente intenzionati a stipulare una pace con i Cree; sarebbero venuti a conoscenza del fatto che gli Yankton erano già entrati in contatto con il La Vérendrye. I Sisseton erano convinti che i francesi stavano cercando di ingannarli, affermando che gli Yankton avevano già raggiunto le praterie con “un centinaio di persone e 60 logge”; comunque, ottennero il permesso di presentarsi in gran numero a Fort Vaudreuil, dove il Marin li avrebbe incontrati volentieri. Il 4 dicembre riapparve Peminan, portava la notizia che aveva individuate un villaggio Sioux “molto lontano e con circa 200 logge”; diceva che sarebbe stato in grado di portarli con lui anche se, erano probabilmente indiani Yankton che si stavano spostando nelle grandi praterie, presso “le forcelle del Cotté de Missouri”. In dicembre, 19 logge Sisseton si stabilirono nelle vicinanze della postazione del Marin. Il 20 giugno 1754, il Marin lasciava il forte per dirigersi a Mackinac.
Comunque, nelle terre dei Dakota si era sviluppato un fiorente commercio e le annotazioni del Perrot, del La Potherie e dei traders del Le Sueur lo indicavano chiaramente su tutto l’alto corso del Mississippi. Il “Carver’s Journal” diceva: « Le bande Naudowessee possono mettere in campo circa 300 guerrieri. Sono continuamente in guerra con i Chippeways, gli indiani Illinois, i Pawnees sul Missure (Missouri River) e gli Asnibboils. Ogni anno vendono schiavi Pawnees e Asnibboils ai traders, e sono diventati famosi per richiedere in cambio di uno schiavo una gorgiera fatta di sole conchiglie di mare ». Il ruolo dello schiavismo indiano nella regione dell’Upper Mississippi non ha ricevuto grande attenzione da parte degli studiosi, eppure avrebbe giocato un ruolo importante nei commerci delle Pianure. Gli schiavi venivano offerti come, diciamo, “offerte di pace”, ma soprattutto come forza lavoro, come manodopera nelle zone meridionali del Canada; nei territori più meridionali, in Louisiana, sembra che la manodopera nativa non dava grandi garanzie, infatti, due schiavi negri potevano venir scambiati con almeno tre schiavi nativi. Il Bienville avrebbe cercato di razionalizzare il mercato degli schiavi affermando che gli schiavi indiani andavano bene soltanto nelle loro terre originarie. Un misero destino sarebbe toccato a “Kiala”, un capo dei Fox, grande nemico dei francesi, catturato e deportato nella Martinica intorno al 1734. Nel frattempo, parecchi traffici illegali provenivano dal sud, in particolare dalla Louisiana e gruppi di coureurs de bois continuavano a raggiungere i Dakota per commerciare, provenivano proprio dal sud. Il La Harpe ricordava ben due spedizioni canadesi sull’Upper Mississippi, da dove discendevano il fiume partendo dalle terre dei Dakota, per spingersi nell’Illinois. E’ accertato che parecchi “coureurs de bois” seguirono lo stesso percorso e, nello stesso anno, visitarono i villaggi degli Illinois per poi scendere ancora più a sud per commerciare a Biloxi. Non vi è alcuna traccia di guerre negli anni successivi, fatta eccezione per un Rapporto del La Vérendrye risalente al 1744.

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