Etienne Brulè, il primo Coureur de Bois

A cura di Paolo Brizzi

Etienne Brulè a contatto con gli indiani
Etienne (Stephan) Brulè nacque all’incirca nel 1592 a Champigny sur Marne. Non conosciamo nulla della sua infanzia e poco della sua vita adulta, ma questo precursore dei coureurs de bois fu il primo uomo bianco a raggiungere huronia e il primo a visitare la Pennsylvania e a vedere quattro dei cinque grandi laghi americani. Era forse analfabeta, e quello che sappiamo deriva dalle narrazioni di Champlain e dei preti Sagard e Brebeuf; compare e scompare nei loro racconti, eludendo ogni inseguimento, affascinante ed enigmatico allo stesso tempo.
Raggiunse Quebec nel 1608, forse su una nave di Champlain, che, nel 1610, di ritorno da una spedizione con gli alleati Algonchini e Huron sul fiume Richelieu in cui distrussero un forte Mohawk uccidendo i suoi 18 difensori, lo inviò a vivere con il capo Iroquet, degli Onontchataronon, una banda algonchina stanziata lungo il S. Nation, Canada.
Da li raggiunse il paese degli Huron, visto che Iroquet usava svernare tra gli alleati Arendharonon, nella parte orientale di Huronia. In cambio Champlain prese con sè un giovane Huron, Savignon, figlio di un capo, che portò in Francia per un anno. Lo scopo era di cimentare l’amicizia e gli scambi commerciali tra i Francesi e i loro alleati indiani e di far sì che i giovani potessero imparare la lingua degli altri potendo poi fungere da interpreti.


Le esplorazioni di Etienne Brulè

Quando nel giugno 1611 Champlain rivide Brulè lo descrisse come un giovane vestito come un indiano, che aveva imparanto la lingua Huron e che si era trovato pienamente a proprio agio nel condurre la vita alla maniera indiana.
Così Brulè fu il primo europeo a raggiungere Huronia facendo il lungo viaggio attraverso la classica via fiume Ottawa e Mattawa, lago Nipissing, French river e Georgian bay.
Nel 1615 Champlain acconsentì a guidare una grossa spedizione Huron – Algonchina in Iroquoia e decise di inviare Brulù con 12 Huron a cercare l’aiuto dei Susquehannocks, nemici degli Irochesi ed alleati degli Huron. Brulè partì da lago Couchiching verso sud, attraverso l’Ontario sud-occidentale, raggiunse la riva est del lago Erie e evito il territorio Irochese. Giunse a Carantuan, villaggio Susquehannock localizzato lungo la branca nord del fiume Suquehanna, non prima di aver avuto uno scontro con guerrieri irochesi ed averne uccisi quattro e catturati due; nel villaggio fu accolto con gioia dagli indiani che non ebbero troppa fretta e prima di partire torturarono i prigionieri. Quando poi il gruppo di guerra raggiunse il punto di rendez-vous concordato, Champlain se ne era andato già da due giorni. I Franco-Huron non avevano avuto successo: attaccato un villaggio fortificato irochese, forse Oneida o Onondaga, erano stati accolti dai tenaci difensori che avevano ferito dodici Huron e lo stesso Champlain; si erano così ritirati, vedendo che i rinforzi Susquehannocks non arrivavano.


Etienne prigioniero degli Uroni

Brulè decise di tornare verso Huronia con alcuni Susquehannocks, ma fu attaccato da guerrieri Seneca e rimase solo nella foresta. Per evitare la morte per fame, decise di recarsi al villaggio irochese, dove fu rifocillato. Subito però si aprì una discussione su cosa fare di lui; ci si accorse che parlava la lingua dei loro nemici Huron e i giovani guerrieri iniziarono a torturarlo. Brulè raccontò di essere stato salvato da un improvvisa tempesta estiva, ma più probabilmente i saggi capi del concilio decisero di risparmiarlo in atto di buona fede verso i Francesi, forse anche per le sue promesse di favorire un accordo commerciale con Huron e Francesi. Fatto sta che Brulè pote tornare in Huronia e guarire dalle ferite. Ma prima svernò presso i Susquehannocks, visitò il corso inferiore del loro fiume e le isole della baia di Chesapeake.
Successivamente attorno al 1623 Brulè viaggiò verso ovest da Toanchè,il villaggio Huron Attignawantan dove aveva preso residenza, insieme ad un altro francese, Grenole, per raggiungere Sault St. Marie, e forse lungo il lago Superiore raggiunse, lungo la riva, gli odierni siti di Duluth e Superior.


Samuel Champlain incontra Etienne Brulè

Probabilmente viaggio’ presso i Neutral e raggiunse i laghi Erie e Ontario (1625). Alcuni autori attribuiscono a Brulè il ruolo di aver cooperato con padre Sagard a scrivere il suo noto dizionario della lingua Huron. Ma i missionari non gradivano i modi di Brulè, un indiano in tutto e per tutto, dedito alle donne e irrispettoso verso i dogmi cristiani. Ai loro occhi, Brulè era, da europeo, sceso ad un livello inferiore di civiltà, quello dei selvaggi. Brulè era in verità profumatamente pagato dalle compagnie commerciali e il suo compito era quello di incoraggiare gli indiani a commerciare, di assisterli, di accompagnarli verso i luoghi dove avvenivano gli scambi.
Anche Champlain aveva cominciato ad avere una opinione non buona del suo ex-pupillo, accortosi ormai che i sui interessi combaciavano solo con quelli dei mercanti e non della civilizzazione. E nel 1629, con la cattura di Quebec da parte degi Inglesi, Brulè acconsentì a passare, con altri tre colleghi, dalla parte dei fratelli Kirke, venendo così considerato un traditore da Champlain.
Brulè poi se ne tornò in Huronia, dove ormai viveva da vent’anni. Ma quando Champlain tornò nella Nuova Francia, 1633, Brulè era già morto, ucciso dagli stessi amici Huron. Le circostanze della sua morte sono avvolte nel mistero. Fu ucciso probabilmente per ordine di Aenons, capo degli Attignawantan settentrionali, che temeva che il francese stesse passando dalla parte degli Irochesi; in effetti Brulè aveva già fatto promesse ai Seneca nel 1616 e, sembra, le aveva rinnovate nel 1630. Gli Huron lo seppellirono in terra, in ossequio ai modi europei o forse perchè deceduto per causa violenta.


Una placca che ricorda le imprese di Etienne Brulè

Temendo la reazione francese, che non ci fu, proprio perchè ormai l’interprete e avventuriero era divenuto inviso anche a Champlain, molte famiglie (un intero segmento di clan) se ne andarono e Toanchè fu abbandonata, il che portò alla costruzione di due villaggi huron separati, Wenrio e Ihonatiria.
Etienne Brulè pagò a caro prezzo i suoi difetti ma, dotato di un grande spirito di indipendenza, coraggioso e pieno d’iniziativa, aveva una spiccata personalità; sicuramente è un classico esempio che la vita libera degli indiani aveva su molti giovani Francesi del suo tempo.

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