Il popolo Apache

A cura di William C. Sturtevant

La banda di Apache al seguito di Geronimo
Tutti hanno sentito parlare degli Apache e tuttavia ben pochi conoscono di loro qualcosa di più dello stereotipo di incursori bellicosi e predoni di tanti film. Ma questa è una visione unilaterale. Gli Apache erano certamente spietati guerriglieri, temuti per molte buone ragioni, ma avevano tuttavia sviluppato anche complesse culture, rimaste del tutto inesplorate.
Gli Athapaskan meridionali, o Apachean, furono dei nuovi venuti nel Sudovest, essendo arrivati poco prima del contatto con gli europei.
Apparentati con altri Indiani di lingua athapaskan stanziati nel nord, la maggior parte degli Apache viveva in piccole unità basate su gruppi familiari estesi, adottando un sistema di vita seminomade, con dimore temporanee e stagionali.


Un gruppo di donne Chiricahua

I gruppi locali, composti da diverse famiglie matrilineari estese, formavano bande, il massimo livello di organizzazione politica: non esistevano tribù, come si vede nei film western, ma oggi ciascun gruppo si considera una nazione. Da un punto di vista geografico, gli Apache si dividono in gruppi orientali e occidentali. Nell’est si trovano gli Jicarilla, i Mescalero, i Lipan (costituenti in effetti un gruppo delle Pianure meridionali) e i Chiricahaua; nell’ovest sono stanziati i White Mountain, i Carrizo, i San Carlos, i Fort Apache, i Pinal, gli Aripaiva, gli Apache Peaks, i Mazatzal, i Tonto, i Chibecua (chiamati genericamente Apache occidentali) e i Navajo.
Cochise
Condividono tutti una fondamentale visione del mondo, l’orientamento religioso e il nucleo mitico. Le cerimonie vengono organizzate per curare le malattie, per mantenere giusto il mondo e per tener lontano il male. Tutti i gruppi sono matrilineari e dispongono di elaborate cerimonie di pubertà per le ragazze. Ad esempio, nella cerimonia mescalero la famiglia costruisce un grande tipi di cespugli, o wickiup, nel quale le ragazze danzano al ritmo dí una sequenza di canti rituali. La cerimonia si svolge sotto la direzione di uno sciamano o uomo di medicina, chiamato cantante. Nella seconda parte della cerimonia la ragazza, dopo un periodo di digiuno e di istruzioni da parte degli anziani, viene introdotta nel mondo degli adulti. Le popolazioni di lingua athapaskan furono l’ultimo gruppo importante di indiani a giungere nel Sudovest e anche l’ultimo a essere piegato al controllo politico angloamericano. Originari del Canada nord-occidentale e dell’Alaska, gli Athapaskan giunsero alla fine del XIV, inizi del XV secolo, prima, quindi, dell’arrivo degli spagnoli. Verso il Seicento, nel Sudovest vivevano probabilmente circa 15.000 Apache. Quando arrivarono, suddivisi in piccole bande migranti, non presentavano fra loro alcuna differenza.
Questi gruppi si diffusero rapidamente attorno ai villaggi pueblo, dichiarando come loro patria alcune aree, che identificarono con località sacre.


Una famiglia di Apache Mescalero

Alcuni gruppi si mescolarono con le tribù delle Pianure: gli Apache Lipan raggiunsero il Texas occidentale, scacciandone i Comanche; i Mescalero e i Chiricahua si trasferirono nelle regioni a est, nella parte settentrionale del New Mexico, mentre gli Apache occidentali e altre bande di Chiricahua occuparono l’antica patria occidentale degli Anasazi e dei Mogollon.
Le popolazioni apache vivevano di caccia e di raccolta, ma, raggiunto il Sudovest, assommarono a questa base economica le razzie e l’agricoltura. Tutti acquistarono presto abitudini proprie delle Pianure, dei Puebloan e della Rancheria, come pure la reputazione di essere spietati.
Appresero molto rapidamente anche a usare i cavalli. Gran parte della storia del Sud-ovest ruota attorno alle razzie degli Apache in cerca di beni e alle rappresaglie e controrazzie dei Pima, degli spagnoli e degli angloamericani.
Verso il XVIII secolo gran parte del Sudovest era in guerra, con alleanze fluttuanti, basate sull’opportunità economica.


Apache Jicarilla

Gli Apache Jicarilla si battevano per gli spagnoli nelle loro guerre contro i francesi e i Pawnee. Con gli Jicarilla si schierarono gli Ute e i Tewa e specialmente la popolazione di Taos, per combattere i Comanche e i Kiowa delle Pianure. Altri Apache attaccavano i villaggi dei Pueblo con tanta violeuza che le comunità pueblo si ritirarono sulle alture più facilmente difendibili; molte comunità pima disponevano di palizzate e di sentinelle permanenti. Altri gruppi di Apache compivano razzie in Messico, talmente rovinose che intere aree vennero abbandonate. A causa delle rappresaglie e per le proprie strutture economi-che, gli Apache, a loro volta, si ritirarono a vivere sulle alture, nei canyon e nelle valli montane. Formavano piccole comunità in grado di spostarsi rapidamente e la situazione rimase tale per oltre duecento anni,
finché, alla metà degli anni 1880, l’ultimo gruppo di Apache venne sconfitto.
Le razzie apache non venivano eseguite da una tribù, ma da gruppi locali. Tale sistema può essere vagamente avvicinato alla guerra di guerriglia. Lo scopo non era uccidere: infatti, gli uomini non crescevano di importanza per le uccisioni, e non prendevano mai scalpi; il loro ruolo sociale aumentava se compivano con successo razzie destinate a portare cibo e cavalli alle proprie famiglie.


Un agguato di guerrieri Apache

Il vero scopo era di evitare gli incontri col nemico. Alla guida delle razzie stavano uomini consapevoli che il cibo nel proprio campo scarseggiava.
Le tribù apache non avevano capi riconosciuti, al contrario delle bande e dei gruppi locali. I capi di queste bande o gruppi erano uomini o donne importanti per ricchezza, abilità o influenza personale.
Gli Apache facevano una netta distinzione fra razzia e guerra.
Un gruppo di guerra si formava per vendicare la morte di un Apache ed era guidato da un parente dell’ucciso. In linea generale, l’atteggiamento degli Apache nei confronti della guerra era radicalmente diverso da quello degli indiani delle Pianure; presso di loro, infatti, non esistevano società di guerrieri e non era ritenuto glorioso resistere in una posizione senza speranza.
Figure leggendarie come Geronimo, Naiche o Cochise divennero famose soprattutto per la loro abilità nello sfuggire alla Cavalleria degli Stati Uniti.
La supremazia dei capi tribali si verificò soltanto dopo l’introduzione delle istituzioni politiche anglo-americane.
Un ritratto di Naiche
Alcuni gruppi di Apache si dedicavano ben poco all’agricoltura e vivevano quasi come gli indiani delle Pianure; gli Apache Jicarilla (dalla parola spagnola che indica tessitori di piccoli canestri) vivevano nel settentrione del New Mexico e i Mescalero (raccoglitori di agave) nelle regioni centromeridionali dello stesso Stato. Entrambi i gruppi si spingevano nelle Pianure e pertanto molti fattori culturali rispecchiano i loro contatti con comunità del Texas. Ad esempio, gli Jicarilla e i Mescalero, per tradizione, vivevano in tipi (altri Apache, stanziati in valli di montagna coperte di alberi, costruivano ripari di cespugli chiamati wickiup).
Dopo la sconfitta subita nel 1868 a opera di Kit Carson e dell’esercito degli Stati Uniti, gli Jicarilla vennero, chiusi in una riserva assieme ai Mescalero, ma poiché i due gruppi si combattevano di continuo, nel 1887 gli Jicarilla ottennero una propria riserva nella loro patria tradizionale. Gli Apache San Carlos iniziarono ad allevare bestiame nel 1884, quando il governo degli Stati Uniti cominciò a distribuire animali vivi al posto delle razioni di carne. Gli uomini divennero mandriani, mentre le donne integravano il cibo per la famiglia raccogliendo frutti selvatici e fabbricando canestri.


Apache San Carlos

Come accadeva spesso, alcune zone della riserva contenevano pascoli eccellenti e gli allevatori angloamericani cominciarono ben presto a invaderla. Alla fine degli anni 1890, la Chirichaua Cattle Company, di proprieta anglo-americana, ottenne tranquillamente, tramite la sua influenza sull’esercito, il permesso di far pascolare 2000 capi di bestiame ad Ash Flats. Altri allevatori anglo-americani invasero illegalmente il territorio di San Carlos, sparando al bestiame degli Apache. Nel 1900 la situazione divenne critica, si prospettò una guerra dei pascoli e gli allevatori bianchi chiamarono l’esercito. Tuttavia, occorsero altri dieci anni per riprendere il controllo della situazione.
Nel ventesimo secolo, con la fine della loro economia tradizionale, basata sulla caccia e le razzie, tutti i gruppi apache si dettero a un’economia flessibile, in parte basata sull’allevamento del bestiame, generalmente vacche e pecore.

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