Giacomo Beltrami, un bergamasco tra i Sioux
A cura di Gian Paolo Serino
Giacomo Beltrami
Dalle barricate dei moti nell’Italia Napoleonica alla scoperta delle sorgenti del Mississipi, da grande guerriero Sioux a scrittore di successo internazionale: è la storia sorprendente di Giacomo Costantini Beltrami, bergamasco che a metà dell’ 800 partì dall’Italia per trovare la sua America.
Là fece di tutto: frequentò i salotti dei presidenti (da Monroe a Thomas Jefferson) e diventò esploratore di terre inaccessibili, solitario uomo bianco nelle terre dei Sioux diventò un mito per molte tribù di indiani, tanto da ispirare “L’ultimo dei Mohicani” di James Fenimore Cooper, il più importante romanzo americano sul mito della frontiera (recentemente portato sullo schermo con Daniel Day Lewis).
Sembra un’avventura nata dalla fantasia di uno scrittore, ma è una storia vera e documentata da fonti ufficiali.
Perché Beltrami ha sempre riportato le proprie scoperte in libri pubblicati in Francia e Inghilterra: autentici reportage che suscitarono l’interesse della stampa, il plauso della critica e l’ammirazione di autori come Francois René de Chateaubriand. Eppure la figura di Costantini Beltrami in Italia è poco nota (a differenza di quanto avviene degli Stati Uniti, dove gli hanno dedicato persino una contea, Beltrami County, in Minnesota): a raccontarla è Luigi Grassia nel libro “Sioux, cowboy e corsari”, pubblicato dalla casa editrice Cda&Vivalda.
Sioux, cowboy e corsari
Grassia, inviato de La Stampa documenta l’intera vita di Beltrami.
Nato a Bergamo nel 1799 (giorno e il mese ci sono ignoti perché i registri battesimali furono distrutti da un rogo), figlio di un doganiere della Serenissima Repubblica Veneta, infiammato dagli ideali della Rivoluzione Francese, Giacomo Costantini Beltrami appena diciottenne scappa di casa e si arruola nell’ esercito della Repubblica Cisalpina, partecipa alla Rivoluzione di Bergamo nel 1797, viene accusato di essere di essere un “massone carbonaro” e condannato all’esilio.
Sfugge rocambolescamente alla pena rifugiandosi in varie ambasciate e nel 1809, dopo aver concluso gli studi legali e frequentato i salotti intellettuali di Firenze (dove incontra artisti come Foscolo, Canova e Lord Byron), diventa magistrato della Corte di Macerata. Proprio a Macerata cambierà la sua vita: si innamora della contessa Giulia de’ Medici Spada ma è un amore contrastato. Lei è sposata e muore a soli 39 anni lasciando Beltrami in uno sconforto tale che lo porterà all’ idea di imbarcarsi per l’America pur di trovare, come scrisse, “sollievo alle afflizioni che mi opprimono il cuore”.
Il 25 ottobre 1822, dopo aver viaggiato per mezza Europa, giunge a Liverpool dove salpa per una traversata che durerà 111 giorni. In pochissimo tempo, giunto a Washington, conosce il Presidente degli Stati Uniti James Monroe e subito vede nell’ America “un asilo sicuro” per chiunque voglia trovare la propria indipendenza.
James Monroe
Al contempo, anticipando di anni le osservazioni di Alexis De Tocqueville nel suo “La democrazia in America”, annota: “è un peccato che un popolo così coraggioso, industrioso e attivo debba essere così rozzo e insolente; si può e si deve stimarlo, ma è proprio difficile che piaccia”.
Beltrami visita anche Baltimora e Filadelfia, ma non è per niente attirato da New York e Boston: vuole scoprire “il cuore selvaggio dell’America”. E proprio in quegli anni epici, gli stessi raccontati anche dal Mark Twain di Tom Sawyer e Huckleberry Finn, tra corse all’oro, rapine alle banche e assalti alle diligenze, arriva sulle rive del Missisipi percorrendone gli oltre 4000 km a cavallo e in canoa.
A 44 anni, il 31 agosto 1823, ne scopre le sorgenti che ribattezza Giulie, in ricordo della donna tanto amata.
Nel frattempo è diventato uno dei pochi uomini bianchi rispettati dai capi indiani, che lo riveriscono come grande guerriero e lo ribattezzano “Il Grande Capo che viene da lontano”. Beltrami parla perfettamente la loro lingua e nel 1823 pubblica il Sioux Vocabolary, il primo dizionario della lingua sioux mai scritto (ancora oggi pubblicato in nuove edizioni). Nel 1824 pubblica in francese i suoi diari di viaggio in forma epistolare: Découverte des sources du Mississipi et de la Rivière Sanglante. è subito un successo. Nello stesso anno lascia gli Stati Uniti e parte per il Messico (dove scopre e cataloga piante sconosciute, tanto che nel 1828 sarà ammesso alla prestigiosissima Società Medico-botanica di Londra) e approda poi ad Haiti, attratto dalla “repubblica nera” che lì era nata dalla ribellione al dominio francese.
Beltrami rientrerà in Italia solo nel 1837, dove morirà vicino a Macerata, per malattia e sconosciuto ai più, a 76 anni.
Titolo: Sioux, cowboy e corsari
Autore: Luigi Grassia
Editore: CDA & Vivalda
Data di Pubblicazione: 2008
Collana: Le tracce
Pagine: 240
Prezzo: 18 €