Shiloh, la battaglia più sanguinosa della guerra civile

Svoltasi tra il 6 e il 7 aprile del 1862, nel sud-ovest del Tennessee, la Battaglia di Shiloh, conosciuta unanimemente anche come Battaglia di “Pittsburg Landing”, fu uno dei maggiori fatti d’arme del fronte occidentale della Guerra di secessione americana. Le forze confederate sotto i Gen. Albert Sidney Johnston e Pierre Gustave Toutant Beauregard lanciarono un attacco a sorpresa contro l’esercito unionista di Ulysses S. Grant e furono a un passo dal vanificare la sua invasione del Tennessee.
Una fiera resistenza unionista e l’arrivo di rinforzi dal Gen. Don Carlos Buell il 7 aprile fecero mutare la sorte del combattimento e le forze confederate furono costrette a ritirarsi da uno dei più cruenti campi di battaglia fino a quel momento dell’intera storia degli Stati Uniti d’America.
Dopo la perdita dei Forti Henry e Donelson nel febbraio 1862, il Generale confederato Albert S. Johnston si ritirò con le sue forze nel Tennessee occidentale, a N del Mississippi e dell’Alabama, per riorganizzarsi.
Ai primi di marzo, il Mag. Gen. unionista Henry W. Halleck, comandante del fronte occidentale, ordinò al Mag. Gen. Ulysses Simpson Grant di avanzare con la sua Armata del Tennessee Occidentale per operare un’invasione al di là del fiume Tennessee.
Grant occupò Pittsburg Landing (Tennessee), attendendo l’arrivo dell’Armata dell’Ohio del Mag. Gen. Don Carlos Buell da Nashville. I suoi ordini ricevuti da Halleck erano di collegarsi con Buell e di avanzare verso sud in un’offensiva congiunta per impadronirsi della ferrovia Memphis & Charleston, una linea di rifornimento vitale fra la Vallata del Mississippi, Memphis e Richmond (Virginia).


La mappa della battaglia. Clicca per ingrandire

Grant s’era guadagnata una certa reputazione durante la Guerra di secessione americana per aver seguito i suoi piani d’azione anziché subire quelli del nemico. Il suo accampamento a Pittsburg Landing dimostrava in modo evidente la sua mancanza di preoccupazione — il suo esercito era disseminato nei bivacchi, molti dei quali intorno alla Chiesetta di Shiloh, mentre aspettava l’arrivo di Buell compiendo esercitazioni, senza però essersi trincerato o aver adottato alcuna misura di difesa passiva.
Johnston aveva chiamato le sue forze sparpagliate Armata del Mississippi. Egli concentrò quasi 55.000 uomini attorno a Corinth (Mississippi), circa 20 miglia a SE delle posizioni di Grant. Il 3 aprile, Johnston lasciò Corinth con quasi 44.000 uomini, sperando di cogliere di sorpresa Grant prima che l’arrivo di Buell creasse una forza combinata dei due eserciti. Il piano era di attaccare il fianco sinistro di Grant, di separare l’esercito unionista dalle cannoniere d’appoggio (che consentivano ai soldati una via di ritirata) attraccate sul fiume Tennessee, spingendolo verso ponente nelle paludi dello Snake Creek e dell’Owl Creek, dove avrebbe potuto essere distrutto.


Il Generale nordista Ulysses S. Grant

L’attacco di Johnston a Grant era inizialmente pianificato per il 4 aprile, ma l’avanzata fu procrastinata di 48 ore. Come risultato, il suo secondo in comando, il Gen. Pierre Gustave Toutant Beauregard, ebbe timore che l’elemento sorpresa fosse stato ormai perduto e raccomandò al suo superiore di ritirarsi verso Corinth. Ma Johnston rifiutò di prendere in considerazione una ritirata.


Il Generale nordista Don Carlos Buell

Alle 6 del mattino del 6 aprile 1862, l’Armata di Johnston fu disposta in campo, a cavallo della strada per Corinth. Di fatto l’esercito aveva passato l’intera notte al bivacco, sfuggendo del tutto ai nemici i cui accampamenti erano ad appena due miglia di distanza. L’avvicinamento e l’assalto di sorpresa dei Confederati colsero totalmente impreparati da un punto di vista sia tattico sia strategico gli Unionisti. L’esercito nordista non aveva in concreto alcuna pattuglia sul posto per un precoce avvistamento del nemico.
Il Generale sudista Albert S. Johnston
Grant telegrafò ad Halleck nella notte del 5 affermando: «Credo che vi siano scarse possibilità che un attacco (generale) possa essere portato contro di noi ma sarò preparato nel caso qualcosa di simile dovesse avvenire». Sfortunatamente per Grant la sua preparazione era stata ampiamente sovrastimata. Il Mag. Gen. William Tecumseh Sherman, il comandante più anziano di Grant sul campo, rifiutò di credere che i Confederati fossero da qualche parte nelle vicinanze; egli non dette alcun credito alla possibilità di un attacco portato dal sud, attendendosi che Johnston avrebbe semmai attacato dalla direzione di Purdy (Tennessee), da ovest. Sherman avrebbe presto saputo che qualcosa stava avvenendo.
Nella primissima mattinata infatti il Mag. Gen. Benjamin Prentiss aveva spedito avanti in esplorazione una parte del 25° Fanteria del Missouri ed essa fu impegnata dagli avamposti confederati alle 5,15. L’animato combattimento che ne seguì avrebbe potuto aiutare alquanto le meglio posizionate truppe unioniste ma il comando dell’esercito federale sembrava assopito quella mattina.


Il Generale sudista P. G. T. Beauregard

Dall’altra parte, l’errato piano di Johnston ridusse l’efficacia dell’attacco. Vi erano forze insufficienti sul fianco destro confederato per poter avvolgere l’Unione dalla direzione pianificata. I Corpi di William J. Hardee e Braxton Bragg iniziarono l’attacco con le loro Divisioni disposte in una lunga fila. Appena queste unità avanzavano, esse si mescolavano ed era difficile tenerle sotto controllo. I comandanti dei corpi attaccarono in formazione di linea senza alcuna riserva. Beauregard, che operava in retroguardia come vice-comandante, ordinò al corpo di Leonidas Polk e di John C. Breckenridge di avanzare sulla sinistra e sulla destra della linea, diminuendo la loro efficacia. L’attacco si trasformò in un semplice, anche se massiccio, attacco frontale, con una massa insufficiente di uomini per riuscire a sfondare.


La battaglia di Shiloh

‘assalto non fu per questo meno feroce, e nel fronteggiarlo alcuni dei tanti soldati non addestrati del neo-costituito esercito federale di Grant, scapparono per mettersi in salvo verso il fiume Tennessee. Altri si batterono bene ma furono obbligati ad arretrare per la forte pressione esercitata contro di loro e cercarono di formare nuove linee di difesa. La Divisione del Mag. Gen. John A. McClernand stabilizzò temporaneamente la posizione. In complesso tuttavia le forze di Johnston operarono una solida avanzata fino a mezzogiorno, travolgendo le posizioni federali una a una.
Lo stesso Gen. Grant era quella mattina 10 miglia a valle, a bordo di una cannoniera a Savannah (Tennessee). Udì il rombo del fuoco d’artiglieria e cavalcò fino al campo di battaglia, arrivandovi alle 8,30 circa. Lavorò freneticamente per portarvi i rinforzi che erano nelle prossimità: la Divisione del Brigadier Generale William “Bull” Nelson al di là del fiume a Landing e la Divisione di Lew Wallace da Savannah. Tali riserve non giunsero peraltro rapidamente, a causa (forse) delle decisioni assunte da Wallace.


I generali che si son battuti a Shiloh

Il gruppo di Wallace era stato lasciato come riserva in un posto chiamato Stoney Lonesome, sul retro della linea unionista. Quasi immediatamente dopo la comparsa dei Confederati, Grant inviò ordini a Wallace di muoversi con le sue unità per rinforzare Sherman, che era stato sottoposto al martellamento del nemico. Wallace più tardi si giustificò che vi era stata ambiguità nell’ordine di Grant. Prese infatti una via diversa da quella che Grant intendeva e arrivò alla fine della sua marcia solo per scoprire che Sherman era stato obbligato a retrocedere e che non si trovava più lì dove Wallace pensava che fosse. Inoltre la linea della battaglia s’era spostata tanto lontano che Wallace stesso si trovò sul retro delle truppe sudiste che avanzavano.
Un messaggero giunse riportando le parole di Grant che si chiedeva dove Wallace fosse andato a finire e perché non fosse arrivato a Pittsburg Landing dove l’Unione s’era attestata. Wallace rimase confuso. Si sentiva certo di poter lanciare un valido attacco da dove era e di colpire da dietro i Confederati. Ciò nonostante decise di far fare dietro-front alle sue truppe e di tornare a Stoney Lonesome. Per qualche ragione, piuttosto che schierare nuovamente i suoi uomini, in modo che la retroguardia diventasse l’avanguardia, Wallace optò per far marciare in circolo le truppe cosicché il suo ordine originale fu conservato, solo che esso era orientato in posizione diversa da quella necessaria. Wallace tornò marciando indietro alla volta di Stoney Lonesome e poi a Pittsburg Landing, arrivando sulle posizioni di Grant solo alle 19.00 circa, in un momento in cui il combattimento era praticamente finito. Grant non ne fu soddisfatto.
L’esercito di Buell era ancora troppo lontano per incidere interessare l’azione quella mattina.
Altrove, a partire dalle 9,00 del mattino, circa 2.500 uomini della Divisione unionista comandata da Prentiss stabilirono e tennero una linea, soprannominata “Nido di calabroni” (Hornet’s Nest), lungo una strada in trincea e all’interno di essa. I Confederati assaltarono la posizione per numerose ore anziché semplicemente superarla, la qual cosa avrebbe avuto maggior senso tattico e strategico. I Confederati patirono gravi perdite durante tali assalti. Le forze dell’Unione, da sinistra e da destra del “Nido” furono obbligate ad arretrare dal peso della continua pressione e la posizione di Prentiss divenne un saliente della linea.


Un momento della battaglia

Il coordinamento fra le unità del “Nido” fu scarso e le unità arretrarono in base alle pure e semplici decisioni dei loro comandanti. I Reggimenti diventarono disorganizzati e le Compagnie si disintegrarono. Tuttavia ciò non avvenne fin quando gli attaccanti non riuscirono ad ammassare 62 cannoni che batterono la linea unionista fino a piegarla e il “Nido di calabroni” cadde dopo aver resistito per un gran numero di ore. Una buona parte della Divisione di Prentiss fu fatta prigioniera ma il suo sacrificio concesse a Grant il tempo per stabilire una linea finale di difesa presso Pittsburg Landing.
Sul fianco destro dell’Unione la resistenza fu ostinata e le forze di Johnston s’impantanarono in una zuffa selvaggia attorno alla chiesetta di Shiloh. Lungo quella giornata i Confederati ripetutamente assaltarono il fianco destro unionista, che cedette terreno senza però schiantarsi.
I sopravvissuti nordisti stabilirono un solido fronte attorno a Pittsburg Landing, forti di una cintura di 50 cannoni circa, e respinsero l’ultima carica confederata fin quando l’oscurità concluse il primo giorno di combattimenti. L’artiglieria navale sostenne dalle rive del fiume Tennessee la difesa nordista. Il piano confederato era fallito; Grant era stato sospinto fino al fiume ma non era stato costretto a ripiegare verso occidente nelle marcite.
In altro quadrante Johnston fu mortalmente ferito alle 14,30 circa mentre conduceva di persona un attacco sul fianco sinistro dell’Unione. Egli aveva spedito via il suo medico personale perché si prendesse cura delle truppe e, in assenza del medico, si dissanguò a morte per una ferita alla gamba cui non aveva dato dapprima granché importanza. Questa fu una perdita notevole per la Confederazione. Jefferson Davis considerava Albert Sidney Johnston il miglior generale a sua disposizione. (Ciò avvenne due mesi prima che Robert Edward Lee emergesse come il miglior Generale confederato). Beauregard assunse il comando.
La sera del 6 aprile mise fine in modo deprimente alla prima giornata di uno dei più sanguinosi combattimenti della storia americana. Nella guerra di secessione, i medici non erano inviati sul campo di combattimento per raccogliere e curare i soldati feriti. Qui numerosi furono quelli abbandonati alla morte per emorragia o, nel caso di Shiloh, ad essere divorati vivi dagli animali. Le urla disperate dei soldati potevano essere sentite negli accampamenti unionisti e confederati durante la notte: un’immagine che si sarebbe ripetuta nella battaglia di Passchendaele nel corso della Prima guerra mondiale.
La situazione doveva tuttavia migliorare per le forze federali perché l’esercito di Don Carlos Buell sarebbe giunto quella notte stessa, in tempo per modificare l’andamento della battaglia il giorno successivo.
Il 7 aprile 1862, le forze combinate unioniste assommavano a 55.000 uomini. Beauregard aveva pianificato di continuare nell’attacco e sospingere Grant nel fiume, incurante che le sue forze fossero ora superiori. Le forze unioniste partirono all’attacco all’alba; Grant e Buell lanciarono i loro attacchi separatamente e la coordinazione si conseguì solo a livello divisionale. Le linee confederate si stabilizzarono circa alle 9.00 del mattino. Alle 10,00 l’attacco unionista lanciò un’offensiva di concerto lungo l’intero fronte. Il peso dell’attacco, che comprendeva 25.000 truppe fresche fu troppo forte perché la Confederazione potesse resistere.
Comprendendo che avrebbe perso l’iniziativa e che sarebbe rimasto a secco di munizioni e di vettovaglie, con 15.000 dei suoi uomini caduti, feriti o sbandati, Beauregard seppe che non avrebbe potuto fare molto. Arretrò dietro la chiesetta di Shiloh, usando Breckenridge come forza di copertura e prese a retrocedere verso Corinth. Gli esausti soldati federali di fatto non le inseguirono. La battaglia era finita.


Pittsburg Landing, pochi giorni dopo la battaglia di Shiloh

L’8 aprile, Grant inviò a sud Sherman lungo la strada per Corinth onde inseguire le truppe confederate in ritirata. Incontrando resistenza per il velo di cavalleria condotto da Nathan Bedford Forrest, Sherman abbandonò l’inseguimento.
Nell’ultima parte del mese di aprile e nel maggio, l’Unione avanzò contro Corinth e la conquistò mentre una forza anfibia sul Mississippi distruggeva la Flotta di Difesa Fluviale confederata e prendeva la città di Memphis (Tennessee). Da queste basi Grant si spinse a valle del Mississippi per assediare Vicksburg. Dopo la sua resa e la caduta di Port Hudson nell’estate del 1863, la Confederazione risultò tagliata in due.
La battaglia di due giorni di Shiloh, la più costosa in termini di vite umane nella storia americana fino a quel momento, si concluse con la disfatta della forza armata confederata e la vanificazione dei piani di Johnston di prevenire il congiungimento dei due eserciti unionisti in Tennessee.


La chiesa di Shiloh all’interno del parco

Un totale di 23.746 uomini fu ucciso, ferito, catturato o disperso, più di delle perdite dell’intera Guerra d’indipendenza americana, della Guerra del 1812 e della Guerra messicano-statunitense messe insieme (le battaglie più cruente della guerra risulteranno essere per l’appunto Shiloh, Gettysburg, Chickamauga, Chancellorsville, Spotsylvania, Antietam, Wilderness, la Seconda Bull Run e la battaglia di Stones River. Tra i morti figurò Albert Sidney Johnston, mentre il generale più alto in grado caduto nelle file dell’Unione fu W.H.L. Wallace.

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