Le guerre degli Apache
Geronimo alla guida degli Apache – clicca per INGRANDIRE
Il popolo Apache (il cui termine pare certo che derivi direttamente dalla parola in lingua zuni “Apachu” che significava semplicemente “nemico”) è una nazione indiana dell’area sud occidentale degli Stati Uniti. Mentre tutti li chiamavano Apache, loro, come molte altre tribù, si riferivano a sé stessi con il nome Inde o Nde (ossia, pragmaticamente, “il popolo”). Originariamente gli Apache erano divisi in sei gruppi regionali, ognuno di questi era a sua volta composto da numerose bande locali.
Intorno al 1600, cioè quando i Navajo cominciarono ad assorbire elementi della cultura pueblo e diventarono un popolo completamente distinto, gli Apache si suddivisero in diversi gruppi. Gli Apache occidentali occuparono le montagne dell’Arizona centrale; i Jicarilla si insediarono nelle regioni del New Mexico nord-occidentale fra Chama Valley e Four Corners, e i lipan si spinsero a est, nelle pianure del Texas occidentale.
Allo stesso tempo, nel sud del New Mexico, i Mescalero cominciarono a diffondersi a est del Rio Grande, mentre i Chiricahua si diressero verso ovest fino all’odierna Arizona meridionale.
Questi raggruppamenti non erano una semplice e compatta tribù come ritenevano i bianchi… Gli Apache vivevano in comunità molto mobili basate sull’unità di base, il clan, formate da un numero di persone che poteva tranquillamente andare da 30 a 200. Ognuna di esse eleggeva un proprio “capo”, il cui compito principale era assicurare che la propria gente avesse cibo a sufficienza; se non ci riusciva, la sua autorità veniva subito messa in discussione.
Gli Apache praticavano una religione magico-sciamanica tenendo in grande considerazione il culto degli antenati e degli spiriti. I guerrieri seguivano riti propiziatori e scaramantici sia alla loro prima campagna sia prima di ogni battaglia.
La presenza degli Apache nel territorio del sud-ovest. Clicca per ingrandire!
L’abitazione degli Apache era costituita dal “wickiup”, ossia una piccola capanna fatta di frasche che aveva una forma sferica o a cupola. La dimensione e l’accuratezza della costruzione variava a seconda della maggiore o minore abbondanza nel luogo delle materie prime. L’intelaiatura era costituita da un cerchio di pali o piccoli tronchi incurvati, legati al centro. Lo spazio veniva riempito con foglie di yucca o sterpaglia presa nel deserto. Venivano anche utilizzate erba o canne prese nei letti dei fiumi. In cima vi era un foro per far fuoriuscire il fumo. All’esterno venivano disposte delle tele per ridurre gli spifferi, mentre una pelle o un piccolo lembo di coperta serviva come porta. La costruzione del wickiup spettava esclusivamente alla donna e per costruirlo occorrevano circa quattro ore. Spesso vicina al wickiup vi era un’ampia struttura di rami chiamata “ramada”, conosciuta anche come “ghiacciaia della squaw”, la quale veniva utilizzata come ripostiglio per il cibo e per i lavoro all’aperto.
Alcune caratteristiche tende apache
La maggior parte delle bande di Apache coltivava alcune piante, ma la fonte principale di sostentamento erano le razzie, non solo contro gli insediamenti dei pueblo ma anche contro i Navajo e o gli Apache stessi.
Gli Apache erano un popolo nomade, dedito alla caccia di tutti gli animali che era possibile trovare in quelle zone in cui stavano e alla raccolta di frutta, bacche, radici commestibili. L’agricoltura era poco sviluppata, ma con il passare del tempo iniziarono a piantare granturco e meloni.
L’invasione violenta degli spagnoli portò anche qualcosa di buono agli indiani e gli Apache ebbero, per la prima volta, i cavalli. Agli inizi li rubavano anche per cibarsene, ma una volta che impararono a cavalcarli si abituarono rapidamente a regolari razzie nei villaggi dell’ampia zona del Rio Grande durante la stagione dei raccolti, lasciandoli invece sostanzialmente tranquilli per il resto dell’anno. Gli Apache consideravano poco dignitoso l’allevamento dei cavalli, ma arrivavano a disprezzare quello delle pecore, praticato largamente dai Navajo.
E’ curioso sottolineare che gli Apache disprezzavano l’allevamento, ma non il furto del bestiame! Gli Apache, infatti, rubavano gli animali che gli servivano quando ne avevano bisogno.
L’incursione apache in un altro campo indiano
L’usanza Apache prevedeva che al momento del matrimonio l’uomo si stabilisse presso i parenti della sposa.
Abitualmente gli abiti degli Apache erano di pelle di daino e portavano i capelli lunghi e sciolti, tenuti fermi da una benda allacciata intorno alla testa; gli uomini indossavano pure un gonnellino aperto sui fianchi. I loro alti mocassini, allacciati sotto le ginocchia, erano un’importante parte del loro abbigliamento, poiché il terreno era coperto di rovi, boscaglia e cactus e loro erano prevalentemente corridori d’incredibile resistenza. Le donne Apache avevano un ruolo importante nella vita familiare: raccoglievano cibo, legna e acqua e intrecciavano canestri con eccezionale precisione.
Una donna ed un ragazzo fuori dalla loro tenda
I coloni del New Mexico, che per tutto il tempo del dominio spagnolo e messicano rimasero confinati in una striscia di terra lungo il fiume, chiamavano gli estesi territori degli Apache che li circondavano Apachería. Dato che gli Apache non si univano mai per combattere in una guerra ufficiale (nessun loro schieramento di guerra superò mai i 200 guerrieri), era impossibile sconfiggerli in un attacco concertato. Nella prima metà del Settecento, gli Apache furono però costretti a riunirsi in zone più ristrette e montagnose, perché gli ancora più agguerriti Comanche cominciarono a irrompere con regolarità crescente, attraversando le grandi pianure.
Più avanti, sempre nel Settecento, gli spagnoli riuscirono a pacificare in parte gli Apache costituendo presidios che li rifornivano di cibo, alcool e perfino di fucili adatti alla caccia ma non alla guerra. Quando però, nel 1821, il Messico divenne indipendente, la nuova amministrazione non poté più permettersi tali sussidi. La sua soluzione fu di offrire una ricompensa di 100 $ per ogni scalpo di Apache portato nei presidios, non importava se di uomo o di donna, di giovane o di anziano.
Un gruppo di guerrieri White Mountain
Quando il governo federale degli Stati Uniti si impossessò del New Mexico, intorno al 1840, comprese immediatamente che l’eccessiva mobilità e l’aggressività degli Apache erano un pericolo e come tale assolutamente intollerabile. Purtroppo le affermazioni spontanee degli Apache non aiutavano. Ad esempio, alcuni Apache Mescalero spiegarono a un furiere dell’esercito USA, nel 1850, “Noi dobbiamo rubare a qualcuno… Se non ci permettete di depredare i messicani, dobbiamo rubare a voi, o combattervi!”
Complessivamente, il Sud-Ovest ospitava un numero di Apache variabile tra le 6000 e le 8000 persone, ma la resistenza più accanita va ascritta ad un gruppo composto circa 1000 individui, i Chiricahua, guidati da Cochise, la “quercia”.
Si può dire che il conflitto vero e proprio fra l’esercito degli Stati Uniti e gli Apache scoppiò nel 1861, quando Cochise si convinse dell’importanza di incontrare il luogotenente George Bascom nel sud-est dell’Arizona e fu ingiustamente accusato di aver rapito un bambino. Il capo Apache riuscì avventurosamente a fuggire nelle montagne del Dragoon, ma un fratello e due nipoti vennero impiccati per vendetta; Cochise iniziò allora a imperversare per tutta l’Arizona, uccidendo minatori, cercatori, passeggeri di diligenze e soldati, ovunque li trovasse.
Apache ad una festa
Quando i bianchi abbandonarono in massa quelle zone, Cochise pensò di averli scacciati definitivamente; non sapeva che la sua campagna coincideva con lo scoppio della guerra civile americana, il che significava che tutti i cittadini statunitensi si ritiravano verso est, anche perché stavano venendo meno i presidi militari a difesa dei coloni e degli insediamenti civili.?Nel giro di un anno l’esercito dell’Unione era già tornato, sotto il comando del generale James Carleton. La sua politica verso gli Apache, che all’inizio si rivolse ai Mescalero piuttosto che ai Chiricahua, era semplice: “Tutti gli uomini di quella tribù devono essere uccisi, in qualsiasi momento e luogo li troviate”. Nell’inverno del 1862-63 i Mescalero furono radunati nella riserva di Bosque Redondo, presso Fort Summer, nell’est del New Mexico, dove in seguito dovettero andare anche i Navajo.?Nel 1862 un altro gruppo di Chiricahua si era unito a quello di Cochise: erano gli Apache di Warm Springs, in New Mexico, guidati dall’anziano Mangas Coloradas. L’anno successivo, l’uccisione a tradimento di Mangas Coloradas da parte di soldati statunitensi, a Pinos Altos, dove era stato invitato a negoziare la pace, fece diventare i Chiricahua ancora più risoluti. Nei dieci anni che seguirono, l’esercito degli Stati Uniti spese circa 38 milioni di dollari in campagne che uccisero in totale cento Apache.
Un momento di riposo…
A loro volta, gli Apache uccisero più di mille americani. Fu in questo periodo che il nome di Geronimo cominciò a essere fortemente temuto; apparteneva ai bedonkohe, un sottogruppo dei Chiricahua, ed era nato intorno al 1823 vicino alle abitazioni fra le rocce di Gila, nel New Mexico. Fu chiamato Goyahkla, che significa “Colui che sbadiglia” e raggiunse l’età adulta senza vedere neanche un bianco. Dopo che, nel marzo del 1851, sua madre, sua moglie e tre figli furono uccisi da soldati messicani a Janos, nel Messico settentrionale, egli si vendicò per anni con diverse incursioni. Il nome con cui divenne famoso derivò in qualche modo dal grido di battaglia dei messicani, che si rivolgevano a san Gerolamo. In seguito divenne un uomo di medicina rispettato, ma non fu mai un “capo” per come lo intendevano i bianchi.
Nel massacro di Camp Grant, nel 1871, un’alleanza nata a Tucson fra indiani tohono `o’odahm, ispano-americani e anglo-americani uccise 144 Apache, fra cui c’erano solo otto uomini adulti; si suppone che l’eccidio avvenne con l’appoggio esterno dell’esercito americano, che stazionava nell’Aravaipa Canyon, in Arizona. L’indignazione pubblica suscitata dal massacro spinse il presidente Grant ad adottare verso gli Apache una nuova politica, che nel 1872 portò all’istituzione delle riserve di White Mountain (conosciuta anche come Fort Apache) e di San Carlos.
Apache prigionieri diretti a San Carlos
Tutti gli Apache che non andavano nelle riserve erano però considerati “rinnegati”; il compito di scovarli fu affidato al generale George Crook, che adottò la nuova strategia di “guerra totale” sviluppata durante la guerra civile. Impiegò guide Apache della White Mountain, secondo il principio che i più adatti a rintracciare gli Apache erano altri Apache, e durante l’inverno 187273 “passò in revisione” tutto il Tonto Basin, uccidendo circa 5000 indiani.
Dopo una tregua piena d’incidenti, fu concessa ai Chiricahua una loro riserva, un piccolo quadrato di circa 80 km per lato che aveva come centro quello che oggi è il Chiricahua National Monument. La riserva fu però chiusa nel giro di tre anni, a seguito di una serie di incursioni al di là della frontiera compiute dopo la morte di Cochise, avvenuta nel 1874. I Chiricahua furono trasferiti nella Riserva di San Carlos, anche se tradizionalmente avevano sempre considerato gli Apache di quella riserva “Bi-ni-e-Dine”, cioè “gente senza cervello”.
Uno dei tanti trasferimenti del campo
Nel 1877 Victorio, un altro capo Chiricahua, radunò 500 Apache di diversi gruppi che odiavano la vita a San Carlos e diede il via a un’altra lunga fase di guerriglia in tutto il New Mexico e nel Texas occidentale, durante la quale furono uccisi di nuovo 1000 anglo-americani. Nell’ottobre del 1880 i Chiricahua furono sospinti nel Messico e sterminati a Chihuahua, e i pochi sopravvissuti furono venduti come schiavi.
Geronimo, che non si era unito a Victorio, divenne il riferimento per gli Apache dissidenti. Tra il 1880 e il 1890 abbandonò ripetutamente la riserva e scese sul sentiero di guerra, ogni volta con un numero minore di seguaci. La prima volta fu nel 1881, quando passò a pochi chilometri da Tombstone e fu inseguito da Wyatt Earp e dai suoi fratelli.
Alcuni guerrieri Apache
Nel 1883 il generale Crook lo rintracciò nella Sierra Madre, nel nord del Messico, ma fu catturato dagli Apache; in seguito Geronimo decise di arrendersi.
Nel maggio del 1885 Geronimo fuggì nuovamente dalla riserva, e ancora una volta si arrese a Crook in Messico, nel 1886, con l’intesa che sarebbe stato esiliato nell’est degli Stati Uniti per non più di due anni. Ma prima che Crook potesse riportarlo a San Carlos, Geronimo si ubriacò e scappò nuovamente. Crook diede le dimissioni e fu sostituito dal generale Nelson Miles. Nell’ultima campagna di guerriglia dei Chiricahua, che si svolse per cinque mesi nell’estate del 1886, 37 Apache, fra cui 18 guerrieri, si contrapposero a 5000 soldati, un quarto di tutto l’esercito degli Stati Uniti. Infine il generale Miles riuscì a mettersi in contatto con Geronimo in Messico, raccontando che tutti i Chiricahua rimasti nella riserva erano stati portati per nave in Florida, anche se ciò era falso.
Geronimo ed alcuni guerrieri della sua banda
Disperato, Geronimo si arrese per la quarta e ultima volta, il 3 settembre del 1886, nello Skeleton Canyon, in Arizona. La menzogna del generale divenne realtà, perché Geronimo e altri 500 Apache, comprese le guide che avevano combattuto dalla parte degli Stati Uniti, furono effettivamente mandati in Florida in treno. Gli uomini e le donne furono segregati in campi separati. Dopo qualche tempo i Chiricahua furono riuniti, prima in Alabama e poi in Oklahoma, ma Geronimo non tornò più nel Sud-Ovest. Fra le varie apparizioni pubbliche dei suoi ultimi anni ci fu la cavalcata alla testa del corteo inaugurale del presidente Theodor Roosevelt, nel 1905. Geronimo morì nel 1909.
Nel 1913 fu concesso ai 261 Chiricahua sopravvissuti di scegliere se rimanere in Oklahoma o unirsi agli Apache Mescalero in New Mexico. Circa due terzi si misero in cammino.
Giorno di distribuzione dei viveri nella riserva
C’erano inoltre i circa dieci Chiricahua che non furono mai trovati dall’esercito e che rimasero nascosti in Messico.
Ancora negli anni Trenta si parlava di Apache liberi che combattevano la loro battaglia contro i bianchi nelle distese bruciate dal sole della Sierra Madre…