Ely Parker (Donehogawa)
A cura di Sergio Mura
Ely Parker
Ely Samuel Parker (1828-95), uno dei pellerossa più famosi di tutta la storia del west americano, era un indiano Seneca. Anche se talvolta si legge in giro, non era il pronipote del famosissimo Red Jacket. Sua madre si chiamava Elizabeth Johnson (1800-1862) del Clan del Lupo ed era una persona piuttosto in vista nella sua tribù dato che era anche sorella di Jemmy Johnson, un famoso capo a Tonawanda (1774-1856) e successore di Handsome Lake, il profeta dei Seneca. Jemmy e sua sorella erano dunque figlie della sorella di Red Jacket. Erano tutti appartenenti al Clan del Lupo ed Ely era imparentato con Red Jacket piuttosto alla lontana. La confusione sul grado di parentela tra Ely e Red Jacket è ingenerata dal fatto che tra i Seneca i parenti dei prozii venivano comunque indicati come trisavoli. Ely divenne capo nel 1852 alla morte di John Blacksmith, capo del Clan del Lupo a Tonawanda.
Tra le “Sei Nazioni” c’erano sempre 50 capi; quando ne moriva uno, chi era chiamato a succedergli prendeva anche il nome del capo che andava a sostituire.
Così Ely – scelto come capo del Clan del Lupo a Tonawanda – prese il nome Donehogawa che era esattamente quello che John Blacksmith aveva portato prima di lui. Si tratta di una tradizione che si è tramandata fino ad oggi e quel nome risulta essere ancora usato.
Il Generale Ely Parker
Il nome indiano di Ely era “Ha sa no an da”, mentre il nome con cui sarebbe stato conosciuto (Ely) lo adottò perchè diceva che faceva rima con “free-ly”. “Parker” era il nome che era stato attribuito alla sua famiglia da un militare Inglese catturato dagli indiani nel corso delle guerre di rivoluzione.
Ely fece anche una certa carriera militare; prima facendo parte della “milizia” prima della Guerra Civile, poi esercitando col grado di Capitano nel 1863. Poi, in un crescendo di gradi, fu nominato Generale dell’esercito americano a partire dal 1867.
Facendo un notevole passo indietro, scopriamo che Ely fu coinvolto nella militanza attiva fin da ragazzo; all’età di 14 anni, infatti, fece parte della delegazione di Seneca che si recò a Washington per protestare contro i contenuti truffaldini del Trattato di Buffalo Creek del 1842 con cui i Tonawanda Seneca persero quasi tutte le loro terre nello Stato di New York.
Da allora Ely continuò a difendere e a rappresentare i Seneca fino al 1857 quando quel popolo riuscì a ricomprare parte delle terre native.
Ancora un bel ritratto
La vita di Ely Parker cambiò radicalmente quando – in virtù dell’amicizia con il Generale Ulysses Grant – divenne Commissario dell’Ufficio per gli Affari Indiani. Ely seppe mostrare le sue grandi doti di coraggio e di equilibrio, nonostante le difficoltà dell’ambiente politico della capitale americana. Grant lo nominò nel 1868 e con lui ricevettero incarichi numerosi uomini di fiducia del Generale dei tempi della Guerra Civile.
Parker fu il primo Nativo americano a ricoprire un incarico governativo e si dice che le sue idee siano state alla base del famoso piano di pace con gli indiani del Presidente Grant. Secondo questo piano, veniva abbandonata la vecchia politica dei trattati-truffa per sostituirla con la volontà di educare, cristianizzare e assimilare gli indiani.
Un ritratto giovanile
Ely Parker era un accanito sostenitore dell’abbandono della politica dei trattati anche perchè la sua esperienze e le testimonianze raccolte stavano a dimostrare che agli accordi non facevano seguito gli adempimenti di quanto previsto. E questo modo di fare creava una invincibile diffidenza nei confronti del Governo.
Nel 1871 fu costretto ad abbandonare il prestigioso incarico in seguito ad un processo per frode che lo amareggiò oltremodo.
Ely Parker morì il 30 agosto del 1895 in seguito a complicazioni legate al diabete, malattia di cui soffriva da tempo.
Fu sepolto a Fairfield (Connecticut) presso il Oak Lawn Cemetery. A Faifield aveva vissuto a lungo con la moglie e la figlia. Fu poi sepolto nuovamente al Forest Lawn Cemetery di Buffalo (New York) il 20 gennaio 1897, vicino alle tombe di alcuni altri Seneca, tra cui il grande Red Jacket.