La terribile avventura della Carovana Donner
A cura di Sergio Mura
A partire dalla metà del XIX secolo sia la terra che le opportunità di crescita e arricchimento erano diventate abbastanza scarse, quando non inconsistenti, in tutti gli stati orientali degli USA.
Le epidemie di colera erano diventate una costante in molte città dell’est, sovrappopolate e con una cultura dell’igiene giocoforza abbastanza limitata.
Fu proprio allora e in queste miserande condizioni, che le classi sociali meno abbienti, ma incredibilmente anche molti della borghesia, iniziarono a gettare uno sguardo più che speranzoso verso l’Ovest, il West, la frontiera, con tutti i suoi richiami di avventura, spazi illimitati, ricchezza diffusa e a portata di mano e possibilità di rigenerarsi in una nuova, emozionante vita. Leggi il resto
Kit Carson tra luci e ombre
A cura di Angelo D’Ambra
Se gli uomini della spedizione Lewis e Clark si trasformarono in cacciatori, molti furono i cacciatori che invece divennero esploratori. Parlavano le lingue native, erano esperti di caccia e sopravvivenza, conoscevano gli usi indiani. Tutto ciò era un valore aggiunto per chiunque li avesse assunti. Entro l’estate del 1845, si stima che oltre cinquemila coloni migrarono a ovest seguendo carovane o spedizioni sotto sorveglianza governativa. Così esperti nel muoversi in territori selvaggi e ignoti, i cacciatori di pellicce servirono il governo e guidarono l’esercito e i coloni in nuovi insediamenti, finendo col divenire più noti come esploratori che come trapper. È il caso di Kit Carson, cugino di Boone da parte di madre. Leggi il resto
Lewis, Clark e i grizzly
A cura di Angelo D’Ambra
L’incontro con un grizzly
Ci sono diverse pagine dei diari del viaggio di Lewis e Clark che ancora oggi destano interesse, per esempio quelle in cui si apprende la bizzarra vicenda di come, nell’arco di poche ore, presso le Great Falls, Lewis sia stato attaccato da un serpente a sonagli, da un ghiottone, da un bisonte e da un orso grizzly. Quella notte, nel suo quaderno, scrisse con ironia: “L’intero regno animale ha cospirato contro di me!”. Leggi il resto
La grande avventura di Lewis e Clark
A cura di Pietro Costantini
Mammut lanosi, lama peruviani, indiani dagli occhi blu che parlavano il celtico gallese. Nel 1803 il West, privo di mappatura, era definito da tali miti. La spedizione di Lewis e Clark in seguito sfatò simili speculazioni, compreso il mito e la speranza più diffusi: l’esistenza di un “passaggio a nordovest”. Tale passaggio – un fiume o una serie di fiumi connessi tra loro che attraversavano le montagne e raggiungevano l’Oceano Pacifico – avrebbe permesso di commerciare in modo più diretto con l’Oriente. Il presidente Thomas Jefferson credeva che la scoperta di un passaggio a nordovest avrebbe riempito di ricchezze il Nord America. Leggi il resto
Alla ricerca del Rio Tízon
A cura di Gianni Albertoli
Padre Silvestre Escalante scopre lo Utah Lake accompagnato dagli indiane
Dopo la metà del XVIII secolo, in tre brevi anni alcuni soldati, missionari e uomini di frontiera spagnoli erano riusciti a collegare la Sonora e l’alta California, stabilendo una colonia nella baia di San Francisco e riuscendo, almeno in parte, a collegare la California al Nuovo Messico. In quel momento critico, due sacerdoti francescani si offrirono di spingersi a ovest del Nuovo Messico nella speranza di collegare la isolata Provincia alla California. Gli spagnoli avrebbero seguito la rotta del Pedro de Rivera lungo il corso del Río Chama per evitare gli insediamenti degli Hopi, per spingersi a nord-ovest e poi voltare a sud-ovest attraverso il Great Basin per raggiungere le coste del Pacifico. Questo piano ambizioso nacque simultaneamente, e indipendentemente, “in due menti curiose e pie”. Leggi il resto
I trapper, cacciatori, esploratori e commercianti
A cura di Paolo Scanabucci
Il trapper
Il lato piu’ romantico del West è senz’altro rappresentato dal pistolero solitario, dal giustiziere senza paura, spesso in bilico tra bene e male, ma alla fine orientato decisamente al bene ed al salvataggio dei “buoni”.
C’è però un altro personaggio del West che, nell’immaginario collettivo, fa una notevole concorrenza al pistolero: è l’uomo che, rifiutando di diventare un colonizzatore, preferiva una vita errabonda, alla stregua degli stessi nativi americani, spesso vestito come un guerriero sempre pronto al combattimento e lottando non poco per vivere o per sopravvivere. Leggi il resto
Esploratori, viaggiatori e mountain-men
A cura di Domenico Rizzi
Mentre erano impegnati a debellare le sacche di resistenza indiana ancora attive negli Stati dell’Est, gli Americani stavano già creando le basi del loro futuro, spingendosi oltre il Mississippi.
Nel 1803 riuscirono ad acquistare la Louisiana – molto più estesa dell’omonimo Stato attuale – che dal delta del grande fiume si estendeva fino ai confini dell’Oregon britannico, delimitata a sud e ad ovest dai possedimenti spagnoli (Texas, Nuovo Messico, Arizona, Colorado meridionale, Utah, Nevada e California). I suoi abitanti erano 400.000 Indiani, in buona parte nomadi che cacciavano il bisonte, e circa 40.000 Bianchi per lo più di origine francese o spagnola, concentrati per l’ottanta per cento nell’area sud-orientale del territorio. Leggi il resto
Robert René Cavelier, Sieur de La Salle, esploratore del Re Sole
A cura di Pietro Costantini
La Salle con gli indiani
Robert René Cavelier de la Salle è uno dei personaggi più solitari della storia. La sua vita fu una lotta tra volontà e fato. Era un Francese, discendente di una ricca famiglia di Rouen. Mentre era solo un bambino, il suo amore per lo studio, la sua avversione per i divertimenti, la sua seria energia, indussero la sua famiglia a scegliere per lui una carriera nella Chiesa. La sua educazione fu seguita con cura dalla grande “Compagnia di Gesù”, di cui divenne membro. Leggi il resto
Le mille ipotesi sull’avventurosa vita di John Colter
A cura di Gualtiero Fabbri
John Colter incontra gli indiani
John Colter nacque nel 1774 o nel 1775 ad Augusta County (Virginia) da Joseph Colter ed Ellen Shields e morì il 7 maggio 1812. Sulla data della morte esiste anche l’ipotesi del 22 novembre 1813. L’incertezza sulle date è strettamente collegata all’assenza, a tutt’oggi, di prove certe che avvalorino un’ipotesi piuttosto che un’altra.
Nel 1780 la famiglia si trasferisce in Kentuky nei pressi dell’odierna Maysville e qui, forse, Colter per un certo periodo ha servito nei Rangers di Simon Kenton. Leggi il resto
I rendezvous delle Rocky Mountains
A cura di Paolo Scanabucci
Un rendezvous sulle Montagne Rocciose
Tra i vari protagonisti dei film western, un posto di rilievo lo occupano senz’altro i trapper, personaggi che sebbene entrati a pieno titolo nella mitologia del Far West, si ispirano a degli uomini realmente esistiti che conducevano una vita dura, anzi, estrema.
I trapper erano cacciatori che si avvalevano di trappole (traps) per catturare gli animali, soprattutto animali da pelliccia.
Il commercio che ne derivava era notevolmente redditizio. Il teatro delle operazioni si trovava principalmente nelle Montagne Rocciose ma altri luoghi entravano in gioco. La città di S. Louis, ad esempio. Leggi il resto